Nella mailing-list della Direzione distrettuale antimafia di Palermo c’era pure l’indirizzo di un giornalista molto impegnato sul fronte antimafia: alcune delicate informazioni che i pm si erano scambiati nelle loro riunioni sono cosi’ finite a Lirio Abbate, siciliano ma che da anni vive a Roma, dato che lavora come inviato per L’Espresso.
Abbate (autore di scoop come quello che annuncio’ Mafia Capitale e che vive da anni sotto scorta) sostiene di non saperne nulla: “Lo apprendo in questo istante – dice all’Agi -.
Se e’ veramente successo, avranno mandato le mail a un indirizzo di posta elettronica che non apro mai”.
Un’impiegata della Procura, A.V., e’ stata pero’ trasferita a titolo cautelativo e un’inchiesta e’ stata aperta, su ordine del procuratore, Franco Lo Voi, con l’ipotesi di rivelazione di segreto delle indagini. Secondo i magistrati l’ipotesi piu’ plausibile e’ quella di un errore materiale o di un disguido tecnico. Ma l’indagine non tralascia altre possibili piste e non esclude nemmeno la possibilita’ di un’imbarazzante “trappola” per mettere in difficolta’ il vertice dell’ufficio.
Tra le mail che sono state inoltrate al giornalista anche una che conteneva le notizie riguardanti i pentimenti di due mafiosi palermitani e di un eritreo che collabora con i pm della Dda. Quest’ultimo sta dando informazioni sui traffici di esseri umani che passano per la Sicilia: L’Espresso nelle scorse settimane ha dedicato alla vicenda la propria copertina.
Abbate esclude di avere mai ricevuto questa e le altre mail della segreteria della Dda. In Procura si limitano a dire che gli accertamenti sono in corso. agi