Il medico italiano Ignazio Scaravilli e’ rientrato in Italia dalla Libia, cinque mesi dopo la sua scomparsa a Tripoli in seguito a un rapimento attribuito a jihadisti di Ansar al Sharia e a criminali comuni. La Farnesina ha espresso “soddisfazione” e ha fatto sapere che il 68enne catanese sta bene ed e’ rientrato con un volo di Stato, accompagnato dal capo dell’Unita’ di crisi, Claudio Taffuri.
In attesa che Scaravilli sia ascoltato dagli inquirenti italiani, resta pero’ il giallo su un caso sul quale sono state fornite pochissime informazioni. Il 9 giugno era stata data notizia della liberazione di Scaravilli e fonti diplomatiche avevano riferito che vi avevano contribuito le forze di sicurezza di Tripoli, il cui governo vicino alle milizie islamiche non e’ riconosciuto dalla comunita’ internazionale. Era stato preannunciato un rapido rimpatrio ma sono trascorsi sei giorni prima del ritorno a Roma. Tra le ipotesi circolate c’e’ quella dell’Huffington POst secondo cui Scaravilli sarebbe finito al centro di un braccio di ferro diplomatico, con il governo di Tripoli che chiedeva all’Italia il riconoscimento del proprio governo, sostenuto dai miliziani filo-islamici di Alba libica in cambio della partenza del medico.
Ora dal governo di Tripoli hanno fatto sapere che non ci sarebbe stato neppure un sequestro, perche’ in questi mesi Scaravilli era stato fermato per accertamenti conclusisi con la sua riconsegna al governo italiano. agi