DAMASCO 16 Gen 2012 – La repressione delle proteste in Siria da parte del regime si affida ora soprattutto ad una milizia mercenaria di circa 20 000 persone, gli Shabiha (‘i fantasmi’).
Gli Shabiha apparvero già nel 1976, durante la guerra civile in Libano. Composti in grande maggioranza di giovani Alawiti, si specializzarono nel contrabbando di armi e di merci rubate fra Siria e Libano. Negli anni ’80 si rafforzarono raccogliendo molti ex miliziani alawiti delle Forze di Difesa di Rifaat al Assad, disciolte dopo che Rifaat tentò un colpo di stato contro il fratello Hafez.
Pagati 40 dollari al giorno, sono a disposizione di Assad personalmente, che li usa per operazioni di ogni tipo: disinformazione, ‘protezione’ dei commercianti sunniti, e attacchi alle case degli oppositori. Non hanno divisa né equipaggiamento comune, ma nelle ultime settimane alcuni gruppi sono apparsi con divise paramilitari e nuovi fucili AK-47.
Nello scorso marzo, dopo le prime dimostrazioni anti-regime, gli Shabiha sono stati radunati e addestrati dalle Guardie della Rivoluzione Iraniana, ma ora pare che gli Iraniani abbiano cessato l’addestramento, perché considerano gli Shabiha privi di etica, privi di disciplina, troppo inaffidabili.
Ora agiscono insieme ad Hezbollah in tutte le zone ribelli. Sono truppe non disciplinate, abituate a vivere di furti e intimidazioni, ma sono fedeli agli
Assad e pronti a tutto, mentre l’esercito è sempre meno disponibile a sparare sui propri concittadini. Hezbollah mantiene su di loro un certo controllo per conto dell’Iran e di Assad.
Vengono portati in pullman nelle città o nei quartieri dove si svolgono dimostrazioni contro il regime e attaccano direttamente e indiscriminatamente le case, i negozi, la popolazione. Le loro violenze provocano reazioni negative anche fra i sostenitori di Assad in seno all’esercito, e il loro impiego può rivelarsi un boomerang. Cdf