di Massimo Lodi Rizzini
Per la Boldrini, l’obbiettivo è di portare 20 litri di acqua al giorno pro-capite a chi soffre di “mancanza d’acqua”.
Nei paesi “civili”, quelli che nei decenni scorsi hanno investito in infrastrutture idriche, la disponibilità di acqua è di circa 400 litri al giorno pro-capite, ed è ancora pericolosamente bassa.
In un pianeta dove il 71% della superficie è ricoperto dall’acqua, parlare di crisi idrica è pura follia, puro genocidio.
Da sempre infatti le civiltà hanno costruito canali, acquedotti e dighe per trasportare l’acqua la dove serve in modo da rendere possibili gli insediamenti umani e lo sviluppo delle attività agricole e agroindustriali poi.
Quindi non è l’acqua che manca, mancano gli investimenti infrastrutturali, manca l’energia necessaria a renderli fattibili, manca il credito necessario a costruire la civiltà.
Parlando di acqua e grandi reti idriche, non si può non ricordare il progetto NAWAPA, acqua dall’Alaska al Messico via Canada e USA, che il presidente JF Kennedy voleva iniziare per impedire la siccità che ha oggi effettivamente colpito oltre la metà degli Stati del sud-ovest; non si può nemmeno dimenticare il progetto tutto italiano TRANSAQUA che fin dagli anni “70 fu elaborato dalla società Bonifica (gruppo IRI-Italstat) dal Dott. Marcello Vichi, per la costruzione di un “Nilo artificiale”capace di trasferire alcuni chilometri cubi di acqua dal bacino del Fiume Congo (allora chiamato Zaire), al bacino del Ciad salvando il Lago da essiccamento quasi certo; si trattava di costruire un canale lungo 2.400 Km per recuperare 100 milioni dei 1500 milioni di Km3 di acqua che il fiume Congo disperde ogni anno nell’oceano, uno sperpero d’acqua contro l’umanità.
Purtroppo le ideologie genocide colonialiste, maltusiane e ambientaliste, hanno impedito i grandi investimenti necessari per la costruzione della civiltà, visto che la civiltà altro non è che la disponibilità in un territorio e per la sua popolazione di infrastrutture pubbliche a beneficio dell’intera comunità per rendere possibile lo sviluppo delle attività creative applicate ai processi produttivi e tecnologici.
L’ONU (di boldriniana memoria), il FMI, la Banca Mondiale, il WWF tutte organizzazioni soprannazionali che hanno favorito il saccheggio delle risorse naturali del continente africano schiavizzando e tenendo in assoluta povertà la popolazione, popolazione che anche adesso viene umiliata, sfruttata e costretta all’emigrazione perché così, lo sporco lavoro delle multinazionali viene meglio e senza troppi disturbi.
Pertanto, per salvare l’umanità in pericolo, che non è solo quella africana o medio orientale ma è anche quella europea distrutta da 40 anni di liberismo e ambientalismo, occorre tornare agli esempio dei grandi investimenti pubblici e delle grandi opere di Lincoln, di FD Roosevelt, di Mattei, di Adenauer, di De Gaulle, di JF Kennedy, principi che adesso sono fatti proprio dai BRICS+, per quello osteggiati e minacciati dal fallito impero usuraio e monetarista della City e di Wall-Street.
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