Islam Arabia S., confermata condanna a blogger: 10 anni di prigione e 1000 frustate

Raif-Badawi

 

Praticamente una lenta condanna a morte tramite tortura. La Corte suprema dell’Arabia Saudita ha confermato la condanna a dieci anni di reclusione e mille frustate per il blogger dell’opposizione Raif Badawi. Lo ha reso noto il quotidiano “Okaz” e lo ha confermato su Twitter l’attivista per i diritti umani Samar Badawi. La moglie, Ensaf Haidar, che vive in Canada, si e’ detta “sconvolta” e ha precisato che questa “decisione finale” e’ “irrevocabile”.

La sentenza aveva sollevato numerose critiche all’estero, per le quali lo scorso marzo i vertici del regno si erano detti “sorpresi e sgomenti”. Raif Badawi, condannato per offese all’Islam, ha gia’ ricevuto 50 frustate nel gennaio scorso: poi le altre sessioni di fustigazione erano state state via via posposte per motivi di salute. Il blogger e’ cofondatore del sito web Rete liberale saudita, impegnato nel campo dei diritti umani.

Il reato è quello di aver creato un blog “liberale” e di aver “insultato l’Islam”. Raif aveva fondato il blog insieme a un’altra attivista, Suad Al-Shammari, i quali il 7 maggio 2012 avevano chiesto di porre fine al dominio della religione sulla vita pubblica del regno.

Raif Badawi è l’ultima vittima della campagna spietata per mettere a tacere gli attivisti pacifici in Arabia Saudita. Le autorità sembrano decise a schiacciare ogni forma di dissenso attraverso tutti i mezzi a loro disposizione, tra cui pene detentive severe e punizioni corporali. QUESTO E’ L’ISLAM

Ora aspettiamo di sentire qualche reazione da parte dei radicali che se ne vanno (a nostre spese)  in gita nelle splendide isole Comore per far finta di protestare contro la pena di morte

Dallo Zimbabwe alle Comore, radicali in gita a spese nostre

comore

La moglie Ensaf Haider, in una intervista al Daily Mail nel gennaio scorso, ha detto: “Lo stanno uccidendo, settimana dopo settimana”, parlando di un’agonia del marito che “sta morendo un po’ per volta”. Ensaf vive in Canada, dove ha ottenuto asilo politico, con i tre figli e non vede il marito da ben quattro anni, da quando l’uomo è stato arrestato nel 2011.

Le prime 50 frustate sono state inflitte davanti a una folla assiepata su una piazza a Jeddah.