La Chiesa in Irlanda “deve fare i conti con la realtà”. Parola dell’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, che all’indomani della vittoria dei ‘sì’ al referendum sulle nozze gay fa una sorta di incomprensibile autocritica.
“Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l’evidenza”, ha dichiarato l’alto prelato alla televisione nazionale irlandese. Martin naturalmente ha votato al referendum e definisce il risultato come “una rivoluzione sociale”. Da come parla l’arcivescovo, pare che siano i dogmi della chiesa ed assere stati sottoposti a referendum insieme alle nozze gay.
L’Irlanda, terra di antiche radici cattoliche, ieri è infatti diventato il primo Paese al mondo a introdurre i matrimoni gay tramite un referendum. I voti favorevoli sono stati il 62,1%, i ‘no’ si sono fermati al 37,9%
Per il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, sul tema dei matrimoni omosessuali “prevale un delirio dell’emotivita’ e un sonno della ragione”.
In un’intervista al Corriere della Sera dopo la vittoria del si’ alle nozze gay nel referendum in Irlanda, monsignor Galantino ha auspicato un confronto libero da “forzature ideologiche”, ma ha ribadito che la Chiesa non accetta “equiparazioni” tra le unioni omosessuali e quella che lui non chiama “famiglia tradizionale ma costituzionale”. “Ci vuole la serenita’ del confronto, mettere da parte le passioni eccessive per fare il bene di tutti”, ha spiegato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, “e se questo non lo favorisce uno Stato, un governo, chi altro deve farlo? Io chiedo che ci sia un tavolo nel quale incontrare e non scontrarsi…”.