“Il Capo dello Stato è il capo delle Forze Armate, ed io questa posizione l’ho subita quando mi volevo opporre alla decisione di Sarkozy di attaccare Gheddafi e la Libia. Devo dire che anche per le altre situazioni della primavera araba e per quanto riguarda per esempio l’Iraq io ho sempre visto giusto ed in certi casi non sono stato ascoltato”. Così Silvio Berlusconi in un passaggio di un’intervista all’emittente televisiva Italia 7.
Quando la risoluzione ONU autorizzò l’uso della forza contro le truppe Gheddafi, la notizia arrivò in Italia a tarda sera, mentre tutto il nostro governo, compresi Berlusconi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano erano al Teatro dell’Opera di Roma per assistere al Nabucco di Giuseppe Verdi, nell’ambito dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Terminata l’opera, Berlusconi e Napolitano si incontrarono in una saletta con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Si parlò di una conversazione molto concitata nella quale il premier si opponeva all’appoggio per le forze aree della coalizione impegnate nelle azioni in Libia invocando quel Trattato di amicizia italo-libica che prevede, fra i suoi articoli, il divieto di concedere o usare le basi italiane per azioni ostili verso Tripoli.
Come Berlusconi fu costretto ad accettare non si sa, ma possiamo immaginarlo. Siamo sempre stati solo una colonia e Gheddafi non è stato certamente il primo ad essere tradito.