Le autorità saudite hanno bandito un concorso per arruolare otto nuovi boia, alla luce del numero crescente di esecuzioni capitali da quando, all’inizio dell’anno, si è insediato il nuovo re, Salman. Sul portale dedicato alle offerte di lavoro nel settore pubblico, un’inserzione annuncia la ricerca di otto “funzionari religiosi” da destinare alla “esecuzione delle pene capitali” (che in Arabia Saudita avvengono per decapitazione), ma anche all’amputazione degli arti per reati minori.
Nel file in formato Pdf da scaricare dal sito non sono richieste particolari qualifiche e si offre un salario che è ai livelli più bassi, tra quelli del settore pubblico.
Secondo i dati dell’agenzia di informazione ufficiale Spa, 85 persone sono state giustiziate in Arabia Saudita dall”inizio del 2015, contro le 88 di tutto il 2014 secondo i dati di Human Rights Watch (almeno 90 secondo Amnesty International). Gran parte delle persone giustiziate erano state condannate per omicidio o per spaccio di droga. Nel paese, il cui ordinamento giudiziario si basa sulla sharia, sono puniti con la pena capitale anche lo stupro, l’apostasia e la rapina a mano armata.