Gentiloni in Ucraina per confermare il sostegno italiano a Kiev

 

“Confermare il sostegno italiano all’Ucraina e al governo di Kiev in un contesto che resta difficile”, ricordando la necessità e l’urgenza di completare “il processo di riforme” nel Paese. Con questo obiettivo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni inizia una missione diplomatica in Ucraina, dove la tregua fra truppe governative e separatisti filorussi nell’Est del Paese appare sempre più “fragile”.

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“C’è la necessità di impegnarsi a rispettare il cessate il fuoco sancito a Minsk lo scorso febbraio”, ha avvertito Gentiloni, riportando la preoccupazione dell’Italia e dell’Ue per le continue, seppure “marginali violazioni” degli accordi.

Gentiloni sarà ricevuto domani mattina dall’intera leadership ucraina: il presidente Petro Poroshenko, il primo ministro Arseny Yatseniuk, l’omologo Pavlo Kimklin. Poi, a metà giornata, volerà a Varsavia, per un nuovo giro di colloqui.

Gli sforzi compiuti da Francia e Germania, a cui l’Italia assicura pieno sostegno, hanno prodotto “un buon risultato” con il protocollo di Minsk, dirà il capo della diplomazia di Roma. Ma ai suoi interlocutori Gentiloni ricorderà anche che questo “buon risultato” non è sufficiente. La situazione nell’Est ucraino è ancora “fragile” e lo scontro militare nelle ultime settimane ha dato segnali di degenerazione. Lungo tutta la linea “di contatto” tra parti in conflitto, da Lugansk e Donetsk sino a Mariupol sul Mare d’Azov, si sono ripetuti gli scontri tra le milizie filorusse delle repubbliche popolari (dichiaratesi indipendenti l’11 maggio del 2014 dopo i referendum non riconosciuti dalla Comunità internazionale) e lo schieramento ucraino. Per questo, Gentiloni insisterà sull’importanza di “uno sforzo diplomatico al fine di rispettare gli accordi”. Una condizione, quella della piena applicazione del protocollo di Minsk, che il ministro considera imprescindibile per una ripresa – “con il tempo” – del dialogo con Mosca, “che è nell’interesse dell’Unione europea e per il quale l’Italia si batte”.

Ma le due cose – ha avvertito – devono essere conseguenti, “perché non è pensabile una ripresa del dialogo con la Russia senza il pieno rispetto delle intese”.Una Russia che proprio oggi ha denunciato la presunta intenzione del governo ucraino e di “qualcuno in Europa” di voler far fallire la strada della pace.

Non vorrei crederlo, ma ci sono segnali che fanno pensare che qualcuno nell’Unione europea vorrebbe permettere alle autorità ucraine di non applicare questi accordi, inclusi quelli di Minsk“, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov dopo un incontro con l’omologo austriaco a Mosca. Secondo il capo della diplomazia russa “sembra che a Bruxelles e in altre capitali dell’Ue si ritenga che solo la Russia debba applicare gli accordi di Minsk“. Non è così per Gentiloni, che domani avrà l’occasione di confermare a Kiev la volontà europea di “un rapporto con l’Ucraina” ma anche la necessità e l’urgenza di implementare “il processo di riforme costituzionali, istituzionali ed economiche” nel Paese, previste dagli accordi di Minsk, “pensando anche a uno statuto speciale per il Donbass”.

A questo proposito, ha commentato Gentiloni, in passato si è parlato con i partner europei del possibile “contributo” dell’esperienza fatta con l’Alto Adige e il Sud Tirolo. “Ma non ci sono modelli da copiare. Sarà il popolo e il governo ucraini a decidere quale modello adottare”.