11 gen – Le spese militari in Italia aumentano malgrado la crisi. Nel 2011 il nostro paese ha destinato al settore oltre 20,5 miliardi di euro, con una crescita dello 0,9% rispetto all’anno prima. Sono i dati contenuti in un rapporto pubblicato da Archivio Disarmo, istituto di ricerca sull controllo degli armamenti riconosciuto dal Ministero degli Affari Esteri e dalle Nazioni Unite, secondo il quale negli ultimi cinque anni il picco della spesa e’ stato raggiunto nel 2008 con 21,1 miliardi di lire. Poi e’ calata raggiungendo i 20,29 miliardi nel 2009, per tornare a salire negli ultimi due anni.
Secondo Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo, ai 20 miliardi e mezzo di euro del 2011 vanno aggiunti circa 3 miliardi di euro inscritti nei bilanci di altri ministeri per scopi militari: il ministero dell’Economia e Finanze stanzia 754,3 milioni di euro per il Fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace, il ministero dello Sviluppo economico stanzia 1,48 miliardi di euro destinato al settore aeronautico, 510 milioni di euro allo sviluppo e l’acquisizione delle unita’ navali della classe Fremm (fregata europea multimissione) e una percentuale del budget del Ministero dell’Universita’ e Ricerca viene destinata a progetti in ambito spaziale e satellitare delle forze armate.
A questi – prosegue l’associazione – vanno aggiunti il miliardo e mezzo di tutte le missioni di peacekeeping.
”In un contesto di crisi economica, i sacrifici richiesti ai cittadini, sia in termini di maggiore fiscalita’ che di tagli allo stato sociale, impongono una doverosa riflessione sulla sostenibilita’ economica dell’attuale modello di Difesa”, scrive l’autore dello studio, Luigi Barbato, chiedendo una ”discussione in sede politica” sulla congruita’ di alcuni programmi, conme quello ”dei cacciabombardieri F35, il cui costo appare veramente eccessivo”.
asca