Continua, in Sudafrica, la ‘caccia’ all’immigrato che sta gettando il Paese nel caos e che finora ha provocato sei vittime, fra cui un 14enne. Sono piu’ di duemila gli stranieri che si sono rifugiati nelle stazioni di polizia a Durban, dove gruppi di residenti li hanno aggrediti a colpi di machete, accusandoli di rubare il posto di lavoro in un Paese in cui la disoccupazione sfiora il 25 per cento.
Anche a Johannesburg, la capitale commerciale del Sudafrica, si registrano scontri e violenze. Nella notte sono stati attaccati e devastati alcuni negozi gestiti da stranieri nella zona di Jeppestown; la polizia e’ poi dovuta intervenire sparando proiettili di gomma e lacrimogeni per sedare una protesta anti-immigrati di circa 200 persone, che avevano scatenato una sassaiola contro gli agenti e le automobili di passaggio.
“Ci sono tensioni in varie parti del Paese”, ha confermato il commissario nazionale della polizia, Riah Phiyega, aggiungendo che “nella notte c’e’ stata una fiammata di violenti attacchi e depredazioni a Jeppestown”. La funzionaria ha precisato che sono stati compiuti sei arresti.
Le violenze xenofobe sono scoppiate due settimane fa; nel mirino della popolazione locale – soprattutto giovani neri nati dopo la fine dell’apartheid – sono finiti negozi e abitazioni degli stranieri di origine africana, ritenuti i responsabili della piaga della disoccupazione che affligge il Paese e raggiunge, tra i giovani, picchi del 50 per cento.
Non e’ la prima volta che in Sudafrica si verificano episodi simili. A gennaio la morte di un adolescente, ucciso da un venditore straniero, aveva infiammato Soweto, scatenando un’ondata di proteste. Nel 2008 le vittime delle violenze xenofobe a Johannesburg erano state 62.
Nella citta’ portuale resta alta la tensione, anche se migliaia di persone sono scese oggi in strada per una grande marcia contro la xenofobia. Un appello a porre fine alle violenze e’ stato lanciato dal presidente, Jacob Zuma, che ha duramente condannato l’ondata di attacchi xenofobi.(AGI) .