Negli Stati Uniti sta nascendo un nuovo movimento ambientalista che non ha a che fare con l’alimentazione o l’uso di biciclette o mezzi pubblici per gli spostamenti. Il futuro delle pratiche verdi infatti è strettamente legato a quello che decideremo di fare del nostro cadavere. Un gruppo in continua crescita e guidato da Katrina Spade, 37enne ricercatrice di Seattle, prevede la creazione di luoghi in cui produrre concime attraverso i resti umani.
Questo mentre i cimiteri sono sempre più affollati e per alcuni ambientalisti la cremazione rappresenta un problema: emette infatti gas serra. “Parlare di compost fa pensare alle bucce di banana o ai resti del caffè – ha detto Spade al New York Times – ma i nostri corpi sono pieni di nutrienti. Cosa succederebbe se potessimo far nascere nuova vita dopo la nostra morte?“.
Diversi scienziati stanno valutando la possibilità di usare i cadaveri umani come compost. E ci sono già diverse fattorie che usano i corpi di animali morti per creare terra concimata. Il processo è molto semplice: basta porre i corpi – che sono ricchi di azoto – all’interno di materiale ricco di carbonio – come la legna – aggiungendo poi altro azoto. In poco tempo inizia l’attività microbatterica che fa salire la temperatura a 60 gradi, uccide gli organismi patogeni, dando vita a compost: anche le ossa possono essere usate, anche se – spiega l’articolo del New York Times – impiegano più tempo a decomporsi rispetto ai tessuti.
Adesso Spade vorrebbe iniziare l’esperimento pilota a Seattle e poi proporre il progetto in tutti gli Stati Uniti. La ricercatrice sostiene inoltre che sia molto più economico: costerebbe circa 2.500 dollari, una piccola quantità di denaro rispetto a un funerale. Ovviamente esistono problemi legali: in molti stati americani la legge prevede che i cadaveri vengano cremati oppure sepolti all’interno di cimiteri chiusi in bare sigillate.
Il suo sicuro, constatato a prima vista una mondezza di speudodonna.