Nel Regno Unito entra in vigore la riforma delle pensioni. Da oggi, ciascun lavoratore con 55 anni di età potrà ritirare tutto il montante dei contributi annui da lui versati nella propria carriera. In base alla nuova normativa, un quarto sarà “tax free”, mentre i restanti tre quarti saranno sottoposti a tassazione ordinaria. Chi ritira tutti i propri contributi, non avrà più diritto ad una pensione pubblica.
Il governo confida nella misura come strumento per attivare la spesa delle famiglie, con l’auspicio che essa sia indirizzata soprattutto agli investimenti. Tuttavia, i critici della riforma sostengono che i lavoratori che riceveranno tutti i propri contributi correranno seriamente il rischio di trovarsi completamente spiantati in età avanzata, in quanto potrebbero spendere i loro contributi pensionistici semplicemente per pagarsi una vacanza di lusso o, comunque, non per trovarsi meglio da vecchi.
Il primo a chiedere i suoi contributi al Tesoro di Sua Maestà britannica è stato un ragioniere di 57 anni del Devon. Michael Dunn ha deciso di utilizzare quei soldi, di cui evidentemente non ritiene di aver bisogno quando sarà vecchio, per pagare il restauro del tetto della chiesa del suo paesino.
Ma in tanti pensano di ritirare i propri contributi per finanziarsi una nuova vita all’estero, preferibilmente in Paesi con un clima più mite o dove l’economia sta registrando un boom, come l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Sud est asiatico. Il governo invita i lavoratori a “riflettere bene e a non agire d’istinto”: anche perché se tutti decidono di ritirare il “malloppo”, come temono i laburisti, la tenuta del sistema previdenziale britannico potrebbe essere messa a serio rischio. tgcom24