di Claudio Romiti
Abbiamo veramente un Super Mario alla presidenza del Consiglio. Da bravo e coerente liberale, il nostro sta facendo ogni sforzo per stimolare la crescita economica del Paese.
Prima ha introdotto una sfilza di inasprimenti fiscali senza precedenti ed ora, come fase due, si sta spendendo per incentivare il sistema a mettere letteralmente alla gogna i cosiddetti evasori fiscali, accusandoli di rubare il pane quotidiano a chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo. Ma oltre a ciò, l’illustre bocconiano ha trovato il tempo pure per fare della “sana” ironia, sostenendo che in effetti in Italia, bontà sua, c’è un eccesso di tassazione.
A questo punto che dire, se tanto mi da tanto, dovremmo attenderci una poderosa ondata di nazionalizzazioni, sebbene nei fatti l’attuale prelievo sulle imprese, il quale arriva a sfiorare in alcuni casi il 70% del reddito lordo, presuppone che la mano pubblica rappresenti la reale azionista di maggioranza di un gran numero di aziende italiane.
Ciononostante, avendo superato ampiamente il livello in cui si può correttamente parlare di esproprio, il professore non sembra placare la sua giusta sete di equità sociale da distribuire a piene mani al vasto popolo dei collettivisti italiani.
Quei collettivisti che credono fermamente in quella tanto invocata redistribuzione della ricchezza, che secondo il grande economista Friedrich von Hayek rappresenta il retaggio ancestrale di una umanità aggregata in tribù e usa a spartire, intorno al fuoco, in modo equanime le prede uccise o catturate dai singoli cacciatori. Un metodo che poteva nondimeno funzionare durante il paleolitico, ma l’esperienza tragica del novecento ha dimostrato che la spartizione coatta delle risorse, o collettivismo che dir si voglia, genera solo povertà diffusa e ricorrenti carestie.
Ma è probabile che questo “capitolo” manchi alla pur poderosa preparazione economica del professor Monti. Forse egli crede, anche se ciò è tutto da verificare, che si possa raggiungere il paradigma di uno mano pubblica che controlla quote crescenti di ricchezza prodotta, sotto il suo governo siamo oramai oltre il 54% del Pil, realizzando nel contempo una continua espansione dell’economia. Se così fosse, Super Mario avrebbe trovato finalmente la pietra filosofale, consentendo al Paese di risolvere ogni suo problema finanziario.
Nel frattempo, tuttavia, segnaliamo che lo spread tra i nostri titoli pubblici e quelli tedeschi ha superato ampiamente la soglia del fallimento dei 500 punti. In attesa del miracolo, non ci resta che armarci di cornetti, reste d’aglio e ferri di cavallo onde scongiurare un fallimento che si fa sempre più vicino.
Claudio Romiti