BAD BANK: IMMORALE E TRUFFALDINA LA RICHIESTA DI VISCO, LA CUI MANCATA VIGILANZA BANKITALIA SULLE BANCHE HA PRODOTTO DISSESTI E COSTI ELEVATI PER GLI UTENTI. INVECE DELLO STATO, I LAUTI PASTI DEI BANCHIERI SIANO PAGATI DA BANKITALIA E BCE CHE POSSONO GARANTIRE I CREDITI TOSSICI DELLE BANCHE (NON) VIGILATE
“Lo stato intervenga per liberare le banche dalle sofferenze” ! La richiesta immorale del governatore della Banca d’Italia Visco, trasformatosi da controllore a lobbista del sistema bancario per salvare i banchieri che hanno erogato crediti allegri ad amici e compari, per addossare allo Stato, quindi ai contribuenti, i rischi di una “bad bank”, dove le banche scaricherebbero nella pubblica lavanderia statale i prestiti tossici in cambio di benefici futuri con la promessa da marinaio di erogare più credito a famiglie e PMI, analogamente ai prestiti Bce, è una truffa, lesiva dei principi del libero mercato.
Adusbef e Federconsumatori esprimono la propria indignata contrarietà rispetto alle solite proposte del Governatore di Bankitalia Visco, che ancora una volta cerca di addossare alla fiscalità generale e sulla pelle di vessati contribuenti, e strangolati utenti dei servizi bancari, i costi di politiche creditizie clientelari, che hanno prodotto 185,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza.
La Banca d’Italia, che asseconda supinamente gli altrui desiderata, contribuendo in tal modo alle politiche di stagnazione, dovrebbe spiegare – affermano i presidenti delle due Associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti – la contrazione dei prestiti bancari al settore privato, scesi dell’1,8% annuo, rispetto al -1,6% di dicembre, dal -2,3 al -2,8% per le imprese, con un aumento delle consistenze dei titoli di Stato italiani acquistate dalle banche, aumentate a 416,5 miliardi dai circa 400 miliardi di fine dicembre, con la Bce, che ha regalato 129,8 miliardi di euro, a tassi super-agevolati dello 0,15%, (finanziamenti Tltro) avviati nel settembre 2014 finalizzati, a rilanciare il credito all’economia reale, e che ha solo ingrassato i bilanci delle banche.
Adusbef e Federconsumatori, preoccupate per l’azione di un governo sempre pronto e disponibile ad assecondare tutte le richieste di banche, banchieri e Bankitalia, chiedono di chiarire bene a consumatori e famiglie, strozzate dalla crisi, il vero significato delle richieste irricevibili del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, le cui proposte scandalose per liberare risorse da utilizzare per il finanziamento dell’economia, analoghe ai prestiti Bce, finiranno per rifilare un ulteriore pacco agli italiani, con la creazione di una bad bank nazionale, cioè un veicolo in cui far confluire tutti i crediti bancari di difficile riscossione.
Le garanzie per lo smantellamento dei ‘rifiuti tossici bancari’, non possono essere addossate allo Stato, quindi ancora una volta a correntisti e contribuenti che grazie alla Banca d’Italia, sono costretti a pagare per anni e da decenni, con la finalità di garantire traballanti stabilità del sistema bancario, tassi più alti d’Europa sui mutui, e costi dei conti correnti più elevati, pari ad una media di 318 euro in Italia contro 114 euro della media europea.
Non si capisce perché – insistono Lannutti e Trefiletti – deve sempre essere lo Stato a finanziare i restyling di bilancio, con una pubblica ‘lavanderia’ denominata bad bank garantita dalla fiscalità generale, chiamata a smaltire i crediti deteriorati delle banche italiane che zavorrano i bilanci, con l’illusoria promessa che quel fardello dei crediti in sofferenza, una volta liberati potrebbero offrire nuova concessione di credito a famiglie ed imprese. Invece di assecondare tali desiderata, addossando alla collettività i lauti pasti dei banchieri, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, con un fardello di 185 miliardi di sofferenze, il Governo chieda a Bankitalia e Bce, di fare il proprio mestiere garantendo loro i crediti tossici, molti dei quali frutto di fidi allegri ad amici e compari, senza le necessarie valutazioni di merito dei prestiti.
Visco è liberista quando gli conviene (quasi sempre), all’occasione diventa però statalista per “salvare” le grandi banche.