di Gianandrea Gaiani
Sempre più ambigua la guerra dell’Occidente contro i jihadisti. Una “finta guerra” verrebbe da dire di fronte al limitato impegno militare contro Stato Islamico e qaedisti e soprattutto di fronte a iniziative politiche incomprensibili.
Ieri le forze aeree siriane, che la guerra ai jihadisti la fanno per la davvero, hanno decapitato i vertici dell’organizzazione qaedista Fronte al-Nusra nel corso di un raid aereo a Salqin, città nei pressi del confine con la Turchia nella provincia di Idlib.
Il raid ha ucciso il leader della formazione, Abu Humam al-Shami e tre dei suoi vice: Abu Musdab Falastini, Abu Omar Kurdi e Abu Baraa Ansari.
Il regime di Bashar Assad combatte con successo i terroristi islamici che minacciano anche l’Occidente e il Consiglio dell’Unione Europea ha autorizzato ieri il via libera all’applicazioni di sanzioni contro altri 13 soggetti (sei persone e sette entità) indicati come ‘sponsor’ del regime di Damasco.
Lo ha reso noto lo stesso Consiglio. Sale così a 218 il numero delle persone (a cui si aggiungono 69 entità) a cui sono stati congelati i beni ed è stato deciso di negare il visto per i Paesi Ue.
Lo scorso dicembre – si ricorda in una nota – il Consiglio Europeo aveva deciso di andare avanti sulla strada delle sanzioni contro il regime siriano e i suoi sostenitori fino a quando fossero continuate azioni repressive.
Parallelamente – si legge ancora nella nota – l’Ue continua a incoraggiare l’avvio di un processo politico-negoziale, unica via per arrivare alla fine del conflitto interno ed a una transizione verso un nuovo assetto politico.
Cioè far cadere Assad e lasciare la Siria in mano a qaedisti, Stato Islamico e salafiti.