La top gun dell’esercito ucraino, Nadia Savchenko, detenuta a Mosca, sarebbe in sciopero della fame da 77 giorni e secondo Elena Masyuk, membro del Consiglio per i diritti umani sotto la presidenza russa, “potrebbe morire” a breve. Poichè notoriamente è difficile sopravvivere per oltre due mesi senza nutrirsi, ci si chiede precisamente di che razza di sciopero della fame si tratti. Forse Pannella potrebbe illuminarci a riguardo.
All’udienza di appello, la donna e’ apparsa in video molto provata, tanto da non riuscire nemmeno a stare seduta in posizione retta. Meglio di lei è riuscita a fare solo la Timoshenko che si mise addirittura in sedia a rotelle, senza però mai rinuciare ai trampoli con tacchi a spillo. Fu poi improvvisamente miracolata dopo la liberazione, non appena incontrò la Merkel a Berlino.
La Masyuk, dopo aver visitato la pilota ucraina in carcere – ha scritto una lettera aperta esortando a trasferire la donna agli arresti domiciliari. Dal Servizio penitenziario nazionale, pero’, hanno subito smentito le condizioni critiche della detenuta.
Trentatre anni, la Savchenko e’ nelle mani dei russi dallo scorso giugno, catturata dai separatisti nell’Est e poi passata alle autorita’ di Mosca, secondo le quali avrebbe da sola e in clandestinita’ varcato la frontiera; a detta dell’accusa, sarebbe coinvolta nella morte di due giornalisti russi nel conflitto tra separatisti e forze di Kiev. La donna si dichiara innocente e dal 13 dicembre e’ entrata in sciopero della fame contro la sua detenzione, avvertendo che andra’ avanti fino al suo ritorno in Ucraina o al suo ultimo giorno di vita in Russia.
Mosca mira a un processo, mentre Kiev ne chiede l’immediata scarcerazione.”Negli ultimi giorni la sua salute e’ drasticamente peggiorata”, ha scritto la Masyuk, avvertendo che “potrebbe morire in pochi giorni” anche a causa di “gravi problemi agli organi interni”.
La Masyuk ha poi avvertito che il caso Savchenko rischia di potare la Russia a un ulteriore isolamento internazionale e anche a nuovi round di sanzioni.