L’Iran nel 2012 non era vicino alla bomba atomica. Il Mossad, il servizio segreto israeliano, smentisce il premier Benjamin Netanhyahu. È quanto risulta da alcuni documenti riservati arrivati a due media anglofoni, il Guardian e Aljazeera.
Il Mossad la pensava diversamente dal primo ministro che nel 2012 si presentò al palazzo di vetro dell’Onu all’Onu mostrando un grafico con una bomba disegnata e sostenendo che nel giro di un anno Teheran sarebbe riuscita a produrla.
I servizi segreti dissero invece che Teheran non stava cercando di realizzare una bomba.
Adesso si attende cosa dirà il premier israeliano al congresso americano il prossimo 3 marzo. Un interventio che ha indispettito la Casa Bianca visto che Netanhyahu lo ha deciso senza consultarsi con Obama.
Smontata quindi la bufala iraniana, bisogna subito sostituirla con un’altra. Eccola
La Corea del Nord sembra destinata ad ampliare il suo programma nucleare nel corso dei prossimi cinque anni e nel peggiore dei casi potrebbe possedere 100 armi atomiche entro il 2020. E’ quanto sostengono alcuni ricercatori americani svelando i primi risultati di uno studio che durerà 15 mesi. Alcune delle loro conclusioni, ha spiegato Joel Wit dell’Istituto alla Johns Hopkins University dedicato agli Usa e alla Corea del Nord, sono “allarmanti” come quella per esempio che le aziende europee potrebbero inconsapevolmente alimentare il programma nucleare di Pyongyang vedendo le loro attrezzature finire nel Paese isolato dal resto del mondo passando dalla Cina.
Utilizzando tra le altre cose le immagini satellitari, Wit e l’esperto in non proliferazione nucleare David Albright hanno delineato tre scenari in base ai progressi fatti dalla Corea del Nord tra il 2009 e il 2014. “Stiamo facendo delle stime sul futuro, semplicemente come fanno le agenzie di intelligence”, ha detto Wit ai giornalisti.
Nel primo scenario, Pyongyang quasi raddoppierebbe a 20 il numero delle riserve di armi nucleari, incluse quelle a base di plutonio che sono adatte per essere montate su missili di media gittata capaci di raggiungere il Giappone.
Nel secondo scenario, il più probabile, la Corea del Nord continuerebbe la produzione di armi nucleari arrivando ad averne 50 entro il 2020 e a lavorare sulla tecnologia capace di ridurre le dimensioni di tali armi affinché siano montate su una nuova generazione di missili.
In quello che viene definito da Wit “il peggiore degli scenari”, le scorte della Corea del Nord crescerebbero rapidamente a 100 armi nucleari e ci sarebbero “passi avanti significativi” nel loro design.
SE fosse utile ai suoi interessi la nato sarebbe capace di far passare la convinzione che anche San Marino avrebbe un’arsenale atomico !