Trovati con documenti falsi e materiale sospetto ma rimessi in libertà come rifugiati politici, però non ne chiedono lo status, rifiutano il riconoscimento e scompaiono. Il Coisp: “Se questa è sicurezza…”
“Immigrazione e sicurezza… siamo seri, in Italia questo binomio non sta in piedi… Ed a farne le spese sono gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine chiamati ad una lotta impari, con rischi elevatissimi e con risultati che il più delle volte vengono vanificati da un sistema impreparato, disorganizzato, governato dalle incongruenze, dalla superficialità, quando non dall’indifferenza più assoluta. Sarà che molto è lasciato da un dilettantismo diffuso, sarà che l’inefficienza impera, sarà che le convinzioni personali dei singoli che intervengono a vario titolo – persino quelle politiche – incidono in maniera decisamente eccessiva, ma una cosa è certa, in una situazione complessiva così caotica e senza regole certe ed efficaci il nostro lavoro è il più delle volte vanificato, nonostante che ci comporti sacrifici abnormi e rischi altissimi per la salute. E ciò, conseguenzialmente, si riflette sulla sicurezza di tutti. Gli esempi concreti di quanto diciamo si ripetono con cadenza giornaliera ed anche oggi non manca la quotidiana storia da brividi”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così a seguito delle notizie giunte da Lecce dove i media hanno raccontato che un giudice per le indagini preliminari, Carlo Cazzella, ha respinto la richiesta di arresto per cinque immigrati clandestini giunti a Marina di Adrano a bordo di un gommone e poi trovati con documenti falsi, cellulari, ricevute di bonifici e pen-drive e schede di memoria con filmati su bombardamenti, e li ha rimessi in libertà disponendone il trasferimento all’Ufficio Immigrazione della Questura per il riconoscimento dello status di “rifugiati politici”. I clandestini, però, una volta liberi non hanno richiesto affatto protezione internazionale, si sono piuttosto opposti al foto-segnalamento ed una volta trasferiti al Centro di prima accoglienza di Otranto, se ne sono allontanati facendo definitivamente perdere le loro tracce. Inevitabili gli strascichi.
Il Prefetto, Giuliano Perrotta, ha annunciato la linea dura; e non sono mancate “scintille” fra il pubblico ministero che aveva chiesto la custodia cautelare per i clandestini ed il gip che l’ha negata: “Ci si è basati solo sulle dichiarazioni degli immigrati” e ne è stato “enfatizzato il profilo di richiedenti asilo” quando invece gli arrestati se ne sono disinteressati per poi dileguarsi, ha sostenuto il primo nella sua impugnazione della decisione del giudice, con la quale ha anche contestato pesantemente il fatto che il gip non abbia ritenuto fondato il pericolo di fuga spiegando che per evitarlo sarebbe bastato “monitorare il flusso di profughi verso Svezia e Finlandia”. “Resta da capire – ha scritto il pm caustico – di quale natura sia la misura cautelare suggerita dal giudice”.
“Ed in effetti – aggiunge adesso Maccari – appare tutto molto poco comprensibile, per non dire tragi-comico laddove ci sorge il sospetto che il giudice abbia inteso dire che ciascun immigrato debba essere seguito passo passo da qualcuno di noi fino alla sua destinazione finale, o che per ritrovare qualcuno che si è allontanato arbitrariamente senza adempiere ai suoi obblighi – come certamente il foto-segnalamento è – basta andare a cercarlo dove ha detto che sarebbe andato! Se così fosse…che pacchia! Saremmo ben più riposati e rilassati…!”
“Ma comunque mettersi a battibeccare a cose fatte – commenta ancora il Segretario del Coisp – è un ulteriore segnale di debolezza e la definitiva consacrazione dell’inadeguatezza di un sistema assolutamente incapace di fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, specialmente considerate le dimensioni e le caratteristiche che ha assunto. I tempi non consentono più di continuare ad atteggiarsi con tanta leggerezza e con tanta indeterminatezza. Servono criteri e regole più severe e ferree, perché la solidarietà è fondamentale, ma per fare il nostro dovere e garantire la sicurezza certi presupposti sono indispensabili, e l’una non esclude gli altri…”.
COISP sindacato di polizia – COMUNICATO STAMPA DEL 24 FEBBRAIO 2015
E di fronte alle ripetute minacce dell’Isis, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, al termine della direzione nazionale di Ncd, ha commentato le parole del procuratore di Reggio Calabria secondo cui potrebbe esserci una saldatura tra l’Isis e la criminalità organizzata. Il livello di allerta sul terrorismo in Italia è “notevolissimo” e “abbiamo un sistema di controllo agli arrivi”, ha detto Alfano. “E’ chiaro – ha osservato il titolare del Viminale – che collaboriamo con le Procure della Repubblica nel momento in cui ci saranno accertamenti consolidati. Per ora attendiamo riscontri concreti dal punto di vista giudiziario”.
“Abbiamo realizzato – ha voluto poi sottolineare Alfano – un importante risultato con il decreto antiterrorismo schierando 4.800 soldati, cinquecento dei quali a Roma. Non abbiamo militarizzato l’Italia, l’abbiamo resa più sicura”. Il titolare del Viminale ha quindi ribadito che presto ci sarà “una legge sulla sicurezza delle città e contro il degrado urbano. A breve incontrerò i sindaci. Sarà una priorità della mia amministrazione”.