Serve una “rapida revisione della legge del 1929, allo scopo di garantire a pieno i principi costituzionali in materia di liberta’ religiosa e affrontare in modo pragmatico e realistico, un tema complesso e tuttavia decisivo per lo sviluppo della societa’ italiana ed europea di fronte alle sfide poste dal pluralismo religioso e culturale“.
Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso intervenendo all’apertura del convegno “Dai culti ammessi alla liberta’ religiosa” in corso a Palazzo Giustiniani.
“Quella per la liberta’ religiosa e di coscienza non e’ solo una battaglia politica, e’ anche un impegno culturale, direi un dovere etico per il nostro Paese – ha sottolineato Grasso -.Sono profondamente convinto che a partire dalle diverse intese, che ricordo sono state licenziate nelle commissioni in sede deliberante e quindi all’unanimita’, si possa ricavare un complesso articolato di previsioni ampiamente condivise da utilizzare” per la revisione della legge del 1929.
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“Io credo che nell’ultima legislatura il Parlamento italiano, e il Senato in particolare – sono ancora le parole del presidente del Senato – abbia ben operato portando alla definitiva approvazione di molte intese che governi di diverso colore politico avevano concluso negli anni con diverse confessioni che coinvolgono molti cittadini dell’Unione europea presenti in Italia, come gli ortodossi, i buddisti e gli induisti, espressione della nuova realta’ multiculturale che caratterizza sempre di piu’ l’Italia e ancora di piu’ l’Europa”.
“Per quanto di mia competenza – ha proesguito la seconda carica dello Stato – mi muovero’ nel solco di questa scelta nella convinzione che lo strumento dell’intesa, espressamente previsto dalla nostra Costituzione, sia particolarmente adatto per conseguire in tempi rapidi quelle soluzioni a situazioni specifiche che in alcuni casi necessitano di deroghe al diritto comune, proprio in nome della liberta’ religiosa. Sono pero’ profondamente convinto – ha concluso – che proprio a partire dalle diverse intese, che ricordo sono state licenziate nelle Commissioni in sede deliberante e quindi all’unanimita’, si possa ricavare un complesso articolato di previsioni ampiamente condiviso da utilizzare per una rapida e necessaria revisione della legge del 1929“.
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