La temporanea chiusura dell’ambasciata italiana a Tripoli è avvenuta in “modo tempestivo e ordinato”, a causa del “deteriorarsi della situazione in Libia”. Lo ha sottolineato in una nota il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha annunciato che giovedì riferirà in Parlamento – CON COMODO E SENZA FRETTA – sulla situazione nel Paese, dove “l’Italia è pronta a fare la sua parte nel quadro delle decisioni delle Nazioni Unite“.
“L’Italia rimane al lavoro con la comunità internazionale per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo (INCLUSIVO INCLUDENDO CHI?? i TERRORISTI?) in Libia, sulla base del negoziato avviato dall’inviato speciale dell’Onu Leon, al quale continuerà a partecipare il nostro inviato speciale Ambasciatore Buccino”.
“Il peggioramento della situazione – conclude il ministro degli Esteri – richiede ora un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in Parlamento a partire dal prossimo giovedì, 19 febbraio. L’Italia promuove questo impegno politico straordinario ed è pronta a fare la sua parte in Libia nel quadro delle decisioni delle Nazioni Unite”.
[box] Libia, Tripoli in mano alle milizie islamiche “issare le bandiere della Sharia”
Il PRIMO SETTEMBRE i jihasti di Ansar al Sharia hanno dichiarato che il nuovo Consiglio dei rivoluzionari di Tripoli, che aveva annunciato la volontà di creare uno stato democratico, “viola i principi dell’Islam”. “Ci siamo rivoltati contro Gheddafi e ora Haftar per issare le bandiere della Sharia – hanno affermato.
Il governo libico dimissionario, rifugiato nell’est del paese, ha riconosciuto che le milizie ribelli controllano le sedi dei principali ministeri e dei servizi pubblici della capitale Tripoli. In concreto, in un paese ormai piombato nell’anarchia, il potere di fatto è nelle mani delle milizie che se ne infischiano del governo inclusivo.
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Libia, la Mogherini pensa a un governo inclusivo con i jihadisti di Ansar al Sharia
A settembre scorso, parlando della Libia, ANCHE il ministro Mogherini, che evidentemente non ha compreso o non conosce la situazione, ha sottolineato la ”necessità di mettere in capo sforzi diplomatici perché ci sia un cessate il fuoco e perché tutte le parti spostino il confronto su un piano politico in modo che si possa aprire una stagione di inclusività e di governo’‘. E’ stata chiarissima, la sua affermazione non lascia spazio a equivoci: un governo con con i jihadisti che impongono la sharia.