È comparsa davanti al tribunale di Chicago sabato la 34enne Mediha Medy Salkicevic, tra le sei persone di origine bosniaca accusate di cospirazione contro gli Stati Uniti.
Gli altri sono il 40enne Ramiz Zijad Hodzic, sua moglie Sedina Unkic Hodzic, di 35 anni, Armin Harcevic di 37. Tutti di Saint Louis. Nihad Rosic, 26enne di Utica e Jasminka Ramic, 42, di Rockford, nell’Illinois.
Cinque sono in carcere, una si trova all’estero. Sono ritenuti responsabili di aver fornito da due anni a questa parte,, grazie a intermediari che si trovano in Turchia e Arabia Saudita, soldi e perfino uniformi dell’esercito americano a gruppi terroristici, tra i quali l’Isil.
Per spedire il denaro venivano utilizzati i servizi di Western Union e di Paypal.
Il loro principale contatto era Abdulah Ramo Pazara, altro immigrato bosniaco che nel 2013 ha lasciato gli Stati uniti per unirsi ai combattenti del sedicente Stato islamico. Contro Pazara non sono state, però, mosse accuse perché si ritiene che nel frattempo sia morto nei combattimenti in Siria.
Tre sono in possesso di cittadinanza americana, gli altri hanno regolare permesso di soggiorno.
La metà degli accusati viene dalla città di Saint Louis, in Missouri, dove c‘è una consistente comunità bosniaca.
Vi ha sede anche la Camera di commercio bosniaca negi Stati Uniti, il cui presidente, Sadik Kukic, ha commentato così la vicenda: “non ho parole. Sono davvero scioccato. È vergognoso che qualcuno bolli un’intera comunità a causa di qualcuno”.
Sulla stessa lunghezza d’onda altri residenti, tra cui una donna intervistata in un bar: “non conosco nessuna di queste persone e davvero non voglio mi si accosti a esse. Non capisco perché qualcuno faccia cose del genere”.
L’incriminazione potrebbe portare a una condanna fino a 15 anni di carcere e ad ammende da 250.000 dollari. Per due di loro (Ramiz Zijad Hodzic e Nihad Rosic), sospettati anche di cospirazione a scopo di omicidio, potrebbe scattare il carcere a vita.
Di Alfredo Ranavolo – euronews