Sola con due figli chiama polizia: “C’è un uomo in casa mia, posso sparargli?”. Le dicono di sì e uccide l’uomo!

Lei si chiama Sarah McKinley, diciottenne dell’Oklahoma. E per lei gli ultimi giorni dell’anno non sono stati affatto dei migliori: prima,
suo marito è morto di cancro ai polmoni. Una settimana dopo, ha dovuto uccidere un uomo: un 24enne che voleva entrare, armato, in casa sua, insieme ad un complice. Ha chiamato la polizia e al telefono ha detto: “Posso sparargli?”. Gli agenti hanno risposto di sì, e lei lo ha fatto: “Non avrei voluto, ma si trattava di difendere il mio bambino: e non c’è niente di più pericoloso di una donna con un bambino”, racconta Sarah, che non sarà incriminata perché avrebbe agito “chiaramente per legittima difesa”.

SOLA A CASA – “Le leggi dell’Oklahoma parlano chiaro, si può sparare ad un uomo non autorizzato che sia entrato in casa”, spiegano le forze di polizia, che hanno invece incriminato Dustin Louis Stewart, complice di Justin Shane Martin, l’uomo che Sarah ha ucciso. Due anni fa, ad un rodeo, Martin aveva conosciuto Sarah; una settimana prima di capodanno, il marito di Sarah è morto, e Martin si è presentato al funerale dicendosi “un vicino di casa” che era venuto a salutare: ma Sarah non l’aveva lasciato entrare. Allora, la notte di capodanno, Martin ha portato il suo complice Stewart e ha forzato la porta di casa di Sarah: la donna ha “dato il biberon al figlio”, ha messo il divano davanti alla porta ha preso il fucile e ha chiamato il 911.

LA TELEFONATA – “Sono qui da sola con il mio bambino, posso parlare subito con un operatore?”, ha detto Sarah
al pronto intervento, con cui è stata al telefono per 20 minuti. “Ho due armi in mano, posso sparargli se entrano in casa?”, ha chiesto la donna all’operatore: “Non posso dirvi quello che dovete fare, vi dico solo che dovete proteggere il bambino”, ha risposto l’operatore. Quando Martin è entrato nella porta, la donna ha fatto fuoco, uccidendolo: solo in seguito ha “ricostruito la vicenda” e si è resa conto che l’uomo che aveva ucciso era lo stesso che l’aveva precedentemente importunata. Il sopravvissuto, Stewart, è imputato di omicidio anche se non ha sparato a nessuno perché, per il complice di un crimine in cui uno dei perpetratori muore, l’incriminazione è possibile.