Dopo quattro anni di conflitto, duecentomila morti e 6,6 milioni di sfollati “è chiaro a tutti che non ci può essere soluzione militare in Siria” e l’unica soluzione è “trovare un accordo inclusivo tra tutte le parti, alawiti, sunniti, cristiani e curdi”, un accordo che “includa Assad nella trattativa” visto che il suo regime “controlla ancora il 50% del paese e della popolazione”.
E’ il quadro fatto dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Esteri del Parlamento europeo. Il primo obiettivo – aggiunge -, in una situazione “che può espandersi al Libano“, deve essere il “congelamento del conflitto” ad Aleppo, che permetta di isolare la minaccia dell’Isis e di Al Nusra.
Parlando dell’Isis, de Mistura ha fatto notare che la sua crescita “può essere un’opportunità”, nel senso che ha alzato l’allarme delle altre potenze regionali.
Per de Mistura poi “non c’è dubbio” che l’Iran, assieme a Arabia Saudita, Turchia e Russia” devono far parte del negoziato perché “senza di loro non c’è abbastanza massa critica per arrivare ad una soluzione”, L’Ue, ha sottolineato de Mistura, dovrebbe poi essere pronta a fornire aiuti immediati per Aleppo se si arrivasse al congelamento del conflitto. “Sarebbe un modo per far capire a tutte le parti che c’è un vantaggio a smettere di bombardarsi”, ha affermato, che ha poi indicato come siano 18 le parti in conflitto, con “l’Isil a 20 chilometri dalla città”. “Se i governativi, che controllano due terzi della città secondo de Mistura, smettessero di bombardare gli oppositori e questi smettessero di lanciare razzi, permettendo l’affluire degli aiuti umanitari, “neppure Al Nusra potrebbe permettersi di essere l’unica parte a continuare ad impedire alla gente di respirare”.
Sottolineando che “il peggiore errore” dell’Onu sarebbe quello di smettere di trattare come “successo a Srebrenica o in Ruanda”, de Mistura ha garantito che “non ci arrenderemo” ed ha definito gli incontri del Cairo e di Mosca “non perfetti, ma importanti momenti di dialogo”. (ANSAmed).