Quando c’era Mare Nostrum, ciò era un deterrente perché era difficile infiltrarsi passando su navi della Marina”. Lo ha detto il sottosegretario con delega ai Servizi, Marco Minniti, al Comitato Schengen.
Sulla lotta al terrorismo di matrice jihadista “non siamo un Paese indifeso, non dobbiamo correre immediatamente con misure emergenziali per fronteggiare una situazione fuori controllo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, in un’audizione davanti il Comitato Schengen.
“Il nostro Paese – ha proseguito Minniti – è nella sua storia che su questi temi si è storicamente misurato. Siamo quel paese che ha fatto del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo un unicum europeo. Non siamo all’anno zero della lotta al terrorismo: dobbiamo migliorare delle capacità, ma è un errore trasmettere questo messaggio”.
Il sottosegretario ha anche ricordato che, sebbene sia “evidente che i flussi migratori possono essere utilizzati per infiltrare terroristi e tramite questi possono ritornare parte dei ‘foreign fighters'”, “da questo punto di vista l’attenzione è massima. Può essere quello il canale di infiltrazione, ma non c’è un segnale specifico che ci dica che questo sta accadendo”.