“Ci sono di rischi di infiltrazione, anche notevoli, di terroristi dall’immigrazione. Per fortuna i nostri apparati di sicurezza sono allertati e funzionano, ma questo non ci consente di abbassare minimamente il grado di preoccupazione. Ma nessun Paese democratico può avallare alcuna confusione fra fenomeni migratori e terroristici e diffondere l’idea che dietro i barconi di disperati che approdano sulle nostre coste si annidi il terrorista col kalashnikov. Sarebbe un errore culturale, oltreché improbabile, dal punto di vista tecnico”.
Per quanto riguarda gli jihadisti in Italia, “certamente oggi i rischi di infiltrazione sono notevoli”: e’ il monito del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Londra per partecipare al consiglio ristretto del fronte internazionale contro la minaccia dell’Isis. Il rischio di infiltrazione legato all’immigrazione, ha aggiunto il titolare della Farnesina, e’ anche “per il richiamo dei simboli della cristianita” in Italia”.
Sul fronte del contrasto “per fortuna gli apparati di sicurezza funzionano”, ha detto Gentiloni incontrando i giornalisti, “ma questo non ci consente di abbassare la guardia”.
Il ministro ha anche chiesto che, dopo le stragi in Francia ci sia “il rilancio di un impegno” nella lotta agli jihadisti “anche da parte dei Paesi a maggioranza islamica, pure loro bersaglio del terrorismo”. “In Occidente”, ha osservato il titolare della Farnesina, “c’e’ un moltiplicarsi e un rafforzarsi dell’impegno contro queste nuove forme di terrorismo, un terrorismo che si fa Stato, con anche Al Qaeda che torna prepotentemente e con Boko Haram che in Nigeria fa cose terribili. Cosi’ ci si aspetta anche dai Paesi islamici”. Gentiloni, ha assicurato che “al momento l’impegno italiano” contro l’Isis in Iraq e in Siria “e’ considerato adeguato”.
“Siamo il secondo Paese piu’ importante nell’addestramento alle forze che combattono sul terreno e per esempio lavoriamo molto sulla ricognizione aerea”. Per quanto riguarda il Kurdistan iracheno, “abbiamo gia’ importanti progetti di cooperazione per 24 milioni di euro“, ha aggiunto Gentiloni, “e faremo ancora di piu'”. Dal ministro e’ arrivata la conferma che “oggi il Consiglio dei ministri approvera’ i finanziamenti” degli aiuti per il 2015. Riguardo a una legge che regolamenti la presenza di cooperanti e altri operatori in teatri di guerra, “valuteremo se ci saranno proposte”.
Il titolare della Farnesina ha pero’ precisato che gli e’ “difficile commentare su un’audizione”, quella del direttore del Dis, Giampiero Massolo, mercoledi’ al Copasir, “che doveva essere riservata”. Durante l’audizione al Copasir erano state auspicate nuove norme per chiunque vada all’estero per missioni in Paesi in guerra o particolarmente pericolosi, anche alla luce del caso delle due giovani volontarie italiane rapite a luglio in Siria e liberate la settimana scorsa. “Questo e’ anche un problema di informazione e di responsabilita’”, ha osservato Gentiloni il titolare della Farnesina, “ma e’ evidente che il ministero degli Esteri rappresenta bene la situazione” delle varie aree del mondo.