Un vivaio di «Is» sulle rive del lago, nella cintura di strade che lambisce la periferia Sud della città. Quartiere Camerlata, via Domenico Pino. Qui, in un palazzo tanto anonimo quanto da sempre bersagliato da una raffica di polemiche di fuoco, i servizi segreti italiani hanno individuato «uno dei luoghi sensibili» per possibili recrudescenze estremiste di stampo musulmano.
Secondo un’indagine riservata per il Governo, il Parlamento, il Copasir e ripresa dal quotidiano La Repubblica, la «moschea» – così viene definita dalla nostra intelligence – comasca è annoverata fra i «centri di culto di matrice salafita» capaci di influenzare «la rinascita all’islam radicale».
Una rivelazione – scrive il giorno – che non potrà passare sotto silenzio sulle rive del lago, dove la presenza del polo di Camerlata non ha mai cessato di alimentare sospetti, critiche, esasperazioni da parte di alcune parti politiche, in primis la Lega Nord. Sembra di essere tornati indietro di dieci anni, ai tempi delle predicazioni infuocate dell’Imam, Mohamed Snoussi che il 16 agosto del 2004 venne espulso con effetto immediato in Tunisia, per la sua posizione ritenuta troppo vicina ad Al Qaeda.