Raif Badawi, il blogger e attivista saudita condannato a 10 anni di carcere e mille frustate per aver insultato l’Islam e aver violato le leggi sulle comunicazioni elettroniche, sarà nuovamente fustigato domani a Gedda al termine della preghiera del venerdì. Per fermare l’azione, Amnesty International ha chiesto al governo britannico di fare pressioni su quello saudita. ”Le pressioni internazionali sono fondamentali”, ha detto la moglie di Badawi, Ensaf Haidar, fuggita in Canada con i loro tre figli, evidenziando le ”precarie condizioni di salute” del marito.
La prima tranche di cinquanta frustate gli era stata proprio inflitta una settimana fa a Gedda, sempre dopo la preghiera del venerdì, e domani ne riceverà altre 50, come deciso da un tribunale saudita lo scorso 5 novembre. Lo stesso accadrà per le prossime 19 settimane.
Badawi, 30 anni, era stato arrestato il 17 giugno 2012 e da allora si trova in un carcere di Gedda. Le autorità hanno anche messo al bando il sito web da lui creato, Liberal Saudi Network, ma online sono circa 14mila le persone che hanno firmato una petizione per chiedere al re saudita Abdullah di graziare Badawi e di fermare quella che è stata definita ”una forma medievale di tortura”.
Oltre a essere stato condannato a 10 anni di carcere e a mille frustate, il blogger deve anche pagare una multa di un milione di rial sauditi, pari a circa 200mila euro. Il 28 maggio scorso gli è anche stato imposto il divieto per 10 anni, alla fine della condanna, di lasciare il Paese e quello, della stessa durata, di svolgere qualsiasi tipo di attività nel campo dei media. adnkronos
Nel medio evo erano più clementi