Cina, burqa proibito nella regione “musulmana”. La polizia uccide 6 presunti terroristi

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La Cina ha deciso di vietare il burqa nella città di Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang, che è una delle zone a maggior concentrazione musulmana. La proposta di divieto era stata fatta dai governatori regionali a dicembre ed ora il provvidemento è stato approvato, anche se non è chiaro quando sarà applicato a tutti gli effetti. Gli islamici uiguri rappresentano il 45% della popolazione dello Xinjiang e fra loro ci sono gruppi estremisti che hanno già lanciato alcuni messaggi minacciosi tipici del fondamentalismo.

Le autorità dichiarano che il divieto di indossare il burqa in pubblico è “un tentativo per frenare l’estremismo crescente che ha costretto donne uigure ad abbandonare i loro costumi tradizionali colorati per indossare il burqa nero

La notizia arriva mentre sei presunti terroristi sono stati uccisi dalla polizia a Shule, un’altra città dello Xinjiang, perché stavano cercando di fare esplodere una bomba.

Il rischio attentati è reale; il massacro alla stazione cinese di Kunming, nel marzo scorso, fu un “violento attacco terroristico”. Un gruppo di uomini vestiti di nero entrò nella stazione ferroviaria uccidendo a coltellate 27 persone e ferendone 109.. Dietro alla carneficina c’era il movimento separatista uiguro. A maggio dell’anno scorso, c’era stato un altro attentato proprio a Urumqi con 39 morti e 90 feriti.