di Stefano Davidson
Per spiegare in poche parole la situazione attuale mi piace far tornare chi mi legge al tempo di Robin Hood e del perfido Giovanni Senzaterra. Bene, iniziamo (ora ci vorrebbe la musica delle Fiabe Sonore, “tra mille ce n’è…”):
C’erano una volta i “regni” con i re e tutte le famiglie che in un modo o nell’altro da lui dipendevano. C’era un grande castello entro le cui mura viveva tanta gente, che lavorava e commerciava. Fuori dalle mura c’erano i contadini che coltivavano gli appezzamenti del re e i poveracci che si nutrivano dei rifiuti del castello. Or dunque il re, pur essendo sostanzialmente proprietario di tutto, esigeva comunque il pagamento di tasse salatissime per chiunque nel suo regno guadagnasse qualcosa, anche se lavorava per il re in persona e ciò che produceva era fatto solo esclusivamente per il sovrano e la corte. Addirittura si pretendevano tasse anche da chi viveva, o meglio tentava di sopravvivere, all’interno o intorno al castello.
Sappiamo che di “regni” ce n’erano tanti e che si alleavano tramite il matrimonio dei propri rampolli con chi al momento servisse come alleato. Ecco, oggi non è cambiato assolutamente nulla, lo schema è lo stesso, l’unica differenza è che hanno portato il castello molto più in alto, addirittura oltre le nuvole, quegli enormi ammassi che ogni giorno portano pioggia di notizie false o grandinate di informazioni distorte, e nessuno (o forse solo qualche ardimentoso) ha mai voluto o cercato di oltrepassare le nubi e constatare come il passato continui nella sua immanente presenza.
I “regni” in questione oggi li si possono identificare con le 147 aziende di cui vi ho scritto tante volte che controllano il 96% della ricchezza globale e gli incroci tra rampolli oggi altro non è che lo scambio di manager nei consigli di amministrazione delle varie multinazionali.
Niente è cambiato di una virgola con le varie rivoluzioni, commissionate una volta da un potentato economico, una volta da un altro. Gli sceriffi di Nottingham continuano a circolare indisturbati a vessare i cittadini (in Italia si chiamano Fisco, Equitalia o, se preferite una parola sola, Befera) ed i soldi del re continuano a tornare al re con però l’aggiunta quotidiana del contorno servito sotto forma di una bella fetta di vita in graticola prelevata annualmente a milioni di persone.
L’umanità però è convinta di vivere in una nuova era (alcuni pensano addirittura di vivere in demoocrazia ), ma di nuovo c’è solo la tecnologia che modifica e rende più rapide tutte le malsane pratiche antiche oltre che a distrarre i sempliciotti.
Diceva il Poeta: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza ” e i nuovi re lo hanno scritto addirittura sulle rampe di lancio di Cape Canaveral per far credere all’omino medio di essere nel futuro e di aver seguito i danteschi dettami. Purtroppo “canoscenza” è stata sviluppata dalle varie “corti” (la crescita tecnologica in questione) mentre di “virtute” neanche l’ombra, anzi… e noi continuiamo a vivere come bruti.