Nuakchot, 25 dic. – Un tribunale di Nuadibyu, nel nord-ovest della Mauritania, ha condannato a morte per apostasia un giovane che aveva pubblicato lo scorso gennaio un articolo in cui criticava il profeta Maometto. La corte, un tribunale di prima istanza, ha deciso dopo piu’ di sette ore di dibattito; e la sentenza e’ stata accolta con rumorose grida di gioia dal pubblico che partecipava all’udienza e anche con schiamazzi e raduni festanti nella citta’.
Islam – Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a morte per fucilazione. Il giovane e’ svenuto alla lettura della sentenza; poi e’ stato rianimato e condotto in prigione. Non e’ chiaro se sia possibile il ricorso.
Il codice penale mauritano prevede la pena di morte per “tutti i musulmani che si fanno gioco di Allah, dell’ islam, dei suoi angeli, dei suoi libri o dei suoi profeti”. In apertura del processo il giudice aveva sostenuto che l’accusato aveva parlato “con leggerezza del profeta Maometto”. Mohamed Cheij uld Mjaitir, che ha sempre sostenuto la sua innocenza e negato di aver voluto insultare il profeta, appartiene ai ‘lemaalmine’ (fabbri), un gruppo tradizionalmente stigmatizzato nella societa’ mauritana e considerato inferiore. Nell’articolo, apparso brevemente sul web, il giovane aveva scritto che “l’ingiustizia praticata ogni giorno contro il nostro gruppo era stata esercitata anche contro lo stesso profeta Maometto nella sua vita”; e aveva accusato la societa’ mauritana di perpetuare “l’eredita’ di un iniquo ordine sociale”, spiegando di “non voler compromettere il profeta ma difendere uno strato della popolazione mal considerato e maltrattato”. Nonostante sia prevista nel codice penale mauritano e emanata dal tribunali, l’ultima esecuzione in Mauritania risale al 1987.
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Quindi se, tutte le persone che denigrano il Crocefisso dovessero essere condannate a morte, quasi di sicuro, in Europa avremmo pochissimi Islamici
D’accordo con te, Giancarlo !