22 dic – L’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli per societa’ riconducibili all’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino e ai suoi fratelli (Aversana Petroli, Aversana Gas e la IP Service) e circa 142 distributori dislocati un varie regioni d’Italia, e’ un corso da parte dei carabinieri di Caserta.
Il provvedimento scaturisce dall’indagine che lo scorso 3 aprile ha portato all’arresto di Giovanni e Antonio Cosentino e dello stesso ex parlamentare del Pdl con le accuse di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalita’ mafiosa.
L’inchiesta della Dda di Napoli parti’ nel 2011, e ricostruisce per i pm napoletani l’illecita arrivita’ di gestione delle aziende di famiglia, ‘monopoliste’ nel settore della distribuzione carburanti anche grazie alla pressione del clan dei Casalesi sulla concorrenza.
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L’inchiesta della Dda di Napoli parti’ nel 2011, e ricostruisce per i pm napoletani l’illecita aTTivita’ di gestione delle aziende di famiglia, ‘monopoliste’ nel settore della distribuzione carburanti anche grazie alla pressione del clan dei Casalesi sulla concorrenza. MA RILEGGIAMO COSA SCRIVEVA UN ANNO PRIMA ARMANDO MANOCCHIA
La vicenda Cosentino, la Lega delle Coop, il Consorzio Cooperative Costruzioni e l’Ami? – di Armando Manocchia (19 novembre 2011)
Articoli di stampa e programmi televisivi ricostruiscono la storia della Centrale Termoelettrica di Sparanise (Caserta), una storia inquietante legata non soltanto all’On. Cosentino, accusato di concorso esterno in associazioni camorristiche, ma che coinvolge anche (pur se nessuno ne parla) Enti, aziende e uomini politici . E’ una storia che si può definire come “un vero esempio di mala-politica, che sacrifica la salute pubblica e i soldi dei contribuenti sull’altare dell’interesse privato, sia dei familiari che degli amici dei politicanti, di destra e di sinistra”.
Questo brutto affare, purtroppo ancora di estrema attualità, ha inizio nel 1999, quando la Scr, Società Commercio e Rappresentanza, una società anonima con sede a Roma e capitali campani, schermata da una fiduciaria, compra dalla Sai, per 3 miliardi e 715 milioni di lire, i terreni dell’area industriale ex Pozzi di Sparanise, in provincia di Caserta. Per la cronaca, questa è un’area che l’allora consigliere provinciale Cosentino, ebbe a definire, “altamente inquinata”. Non è dato sapere se si riferisse all’inquinamento ambientale o a quello camorristico o, con molta probabilità, a tutti e due.
Una parte di questi terreni risulta essere stata venduta subito dopo l’acquisto, al prezzo di costo di 310 milioni di lire, all’immobiliare 6C, di cui il Sottosegretario di Stato all’Economia detiene un sesto delle quote (il prezzo di costo, è una prassi che rende evidente una cessione tra famigliari e la 6 C sta per 6 fratelli Cosentino);
Ma veniamo a quello che ci riguarda più da vicino.
Nel frattempo l’Ami (Azienda Municipale Imolese), piccola realtà locale a capo di alcuni Comuni dell’Imolese, scende fino a Sparanise per acquisire il resto di quei terreni. Qui dobbiamo fare delle domande, o meglio dovremmo avere delle risposte. Le domande ci sorgono spontanee e la prima è: a quale titolo tutto ciò? E ancora, come fa, una piccola azienda municipalizza a venire in contatto con questa realtà, che definirla purtroppo “ad alta densità camorristica” è fargli un complimento? Inoltre, è per questi rapporti nel 2008 abbiamo ricevuto dalla Befana, non il solito carbone, ma oltre tremila tonnellate di rifiuti da Napoli? Insomma cosa ci lega alla camorra?
Pare che queste risposte, e probabilmente molte altre, siano tutte nei rapporti che la Lega delle Cooperative ed il Consorzio Cooperative Costruttori, tramite un loro rappresentante, hanno intessuto negli anni 80 negli appalti per la ricostruzione dopo il terremoto.
Il loro rappresentate-emissario era un dirigente della Cesi (Cooperativa Edil Strade Imolese) che a Imola, a Bologna, in Emilia Romagna e oltre, agisce in regime di monopolio su tutto ciò che riguarda la posa anche di un solo mattone.
Da un’audizione della Commissione Antimafia, risulta che il rappresentante delle Coop rosse viene confidenzialmente chiamato per nome dai suoi interlocutori appartenenti ai clan camorristici con i quali, volente o nolente, intesse e intreccia rapporti, principalmente con il clan camorristico predominante in quella zona che, dietro il pagamento di un corrispettivo del 3, 4, 5% degli importi delle commesse (ebbe a dire: parimenti a quelli dei politici), oltre alla partecipazione delle imprese locali di loro gradimento, gli consentiranno di lavorare in tranquillità.
Gli accordi tra Scr, Ami e il Sindaco di Sparanise per l’acquisizione dei terreni, sono quelli il cui pagamento è condizionato sia dalle autorizzazioni e permessi di costruzione, sia dalle licenze e concessioni da parte della Regione e del Governo per l’attivazione della Centrale da 800 MW.
Nel gennaio 2001 il Comune di Sparanise, il cui Sindaco è un fedelissimo del Sottosegretario all’Economia dell’attuale Governo, in base ad accordi verbali e intese sottoscritte tra le parti, per far tutti contenti, recepisce il diktat della Municipalizza Imolese e destina quei terreni inquinati per la realizzazione della Centrale.
Infatti solo due mesi dopo, nel marzo del 2001, la Scr, sigla un preliminare atto di vendita per cedere i terreni alla cifra di 9,3 milioni di euro all’Ami di Imola, la quale, turandosi il naso e tappandosi gli occhi, non riconosce che in questa operazione, “si rappresentano elementi, univoci e non contestati, da cui ragionevolmente avrebbe potuto dedursi che sussisteva il pericolo di infiltrazione camorristica” e compra, come abbiamo detto, con la clausola del pagamento condizionato dalla realizzazione della Centrale.
Da qui a breve diventerà parte del Gruppo Hera, una Holding che è riuscita a farsi quotare in borsa, trasformando gli utenti in utonti, poiché buona parte dei soldi per farsi quotare erano e sono dei clienti. Inoltre, è un gruppo che, più che essere controllato, è solo sostenuto politicamente, da circa centottanta Comuni dell’Emilia Romagna (non della Campania).
Nonostante le reiterate proteste dei comitati locali, costituitisi contro la realizzazione della Centrale, le interrogazioni dei Consiglieri Comunali di opposizione e le relazioni avverse di eminenti Docenti de La Sapienza, nel 2004 pervengono anche le autorizzazioni da parte della Regione e dal Governo e così la società svizzera Egl può acquistare i terreni per 11.450.000 euro. Scr incassa oltre 9 milioni di euro, più 1,2 milioni per il diritto di superficie. Inoltre ricava anche una rendita di posizione, una partecipazione che vale il 5% degli utili prodotti dalla Centrale, una specie di win for life che qualcuno ha quantificato in circa un milione di euro all’anno.
Successivamente il gruppo svizzero Egl ha poi ceduto le quote del 15 per cento ad una società del Gruppo Hera, la Hera Comm. Med., controllata da Scr e dal Gruppo Hera al 50% con sede negli uffici della Aversana Petroli, dei fratelli Cosentino.
Quello che ci pare ancora più grave è che, nel giugno 2008, risulta che la Scr sia stata rappresentata nel Consiglio di Amministrazione di Hera Comm Med da Giovanni Cosentino, fratello dell’indagato Sottosegretario, nonché genero del boss Diana, oltre a Enrico Reccia, un allevatore di bufale, che fino al 2002 è stato presidente del collegio sindacale della Cooperativa Europa 2002, nella quale era Sindaco anche l’imprenditore Salvatore Della Corte, arrestato nel 2006 dal Ros e condannato a due anni e 4 mesi perché accusato di aiutare il clan Zagaria nei suoi affari al Nord.
La Hera Comm Med, al 50% di Scr e al 50% del Gruppo Hera, ha sede negli uffici di una delle società dei fratelli Cosentino, la Aversana Petroli Spa. Società che, per ottenere il Certificato Antimafia, ha impiegato cinque anni; e non per colpa della burocrazia, ma per le sentenze dei Giudici che, sulla base dei legami parentali, “rappresentano elementi, univoci e non contestati, da cui ragionevolmente può dedursi che sussisteva il pericolo di infiltrazione mafiosa”.
Ma conosciamo bene il vecchio detto “tutte le strade portano a Roma” e infatti il Certificato Antimafia arriva grazie ad un nuovo Prefetto (che i Cosentino sponsorizzano fino a Roma, ma al Parlamento) il quale, con una procedura che, a suo dire, “si usa di rado”, sollecita il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza a riconsiderare il caso.
Così i Cosentino ottengono quel benedetto Certificato Antimafia, vero e proprio biglietto della lotteria, senza il quale non avrebbero potuto fare questa Joint-adventure e guadagnare 40 milioni di euro per 6 milioni e mezzo di utile da dividersi tra Hera e Scr.
Risulta inoltre che la Centrale in questione, la Calenia Energia Spa di Sparanise, inaugurata nel 2007 dall’allora Ministro Marzano a braccetto con l’On. Cosentino, oltre ad essere costata la vita ad alcune persone, mentre altre hanno subìto gravissimi infortuni sul lavoro, oggi ipoteca future vittime, emettendo più di 1 milione di metri cubi l’ora di gas inquinanti, fra i quali una notevole quantità di ossidi di azoto che rappresentano, insieme ad altri gas, la causa principale delle piogge acide, responsabili di ingenti danni all’ambiente, agli allevamenti di bufale e ai prodotti agricoli, oltre all’essere determinanti nell’impoverimento del suolo. Questo a conferma che “pecunia non olet”…
Armando Manocchia