17 DIC – Marocco-Europa: è guerra dei pomodori. Rabat inonda il mercato e l’Unione europea vede rosso.
A fronte di un’esportazione che ha superato il 50 per cento del volume dell’anno scorso, i produttori spagnoli, francesi e italiani cercano di fare barriera e bussano alla porta della Commissione europea. L’allarme è partito da Marsiglia. Il mercato di Saint-Charles, principale porta d’ingresso dei prodotti agroalimentari in Europa, ha registrato l’aumento delle importazioni con una crescita del 66 per cento a ottobre e del 55 per cento a novembre. Quanto basta per far insorgere i produttori del Vecchio Continente.
Riuniti sotto la sigla Fepex, spagnoli, francesi e italiani hanno denunciato “il disordine delle esportazioni marocchine che turba il mercato comunitario con conseguenze disastrose, in particolare per i tre paesi”. In tutto il bacino del Mediterraneo la partita dei pomodori è una guerra che si combatte da anni, a colpi di fioretto legale.
L’ultimo accordo siglato risale alla scorsa primavera. Ma è all’interno della politica agricola comunitaria che si estende fino al 2020 che si inseriscono le continue scaramucce con il Marocco. Il regno di Mohammed VI è il quinto esportatore mondiale di pomodori. Le esportazioni dell’ortaggio rosso alla base della cucina mediterranea rappresentano il 53 per cento delle esportazioni complessive del comparto agricolo, con una media annuale che si attesta sulle 450 mila tonnellate l’anno, almeno fino al 2013. Un giro d’affari di 3.500 milioni di dirham, quasi 315 milioni di euro. Una somma che rappresenta l’11 per cento del valore totale delle esportazioni di prodotti alimentari. E il mercato europeo assorbe l’85 per cento dell’esportazione di pomodori, soprattutto tondi, che arrivano prevalentemente in Francia e Spagna, in minor misura anche in Italia. Un sistema che incrocia quote, valori forfettari di importazione ed esonero dai dazi doganali regola il prezzo, ma l’equilibrio è precario. Il protocollo d’accordo tra Europa e Marocco prevede comunque che l’Ue intervenga quando l’importazione di prodotti marocchini supera i livelli medi, per non turbare il mercato e non pregiudicare il comparto. Proprio il caso che i produttori europei ora segnalano. (ANSAmed)