10 dic – “I corrotti pagheranno tutto. Fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo”, scrive il premier Matteo Renzi su Twitter. E accompagna il messaggio con l’hashtag #lavoltabuona. “Giovedì mattina alle 8 porteremo quattro piccole grandi modifiche al codice penale” in materia di corruzione, annuncia in un video il premier. “Si alza la pena minima della corruzione, da quattro a sei anni, per cui se hai rubato puoi patteggiare ma un po’ di carcere lo fai”, spiega.
“Non basta dire che schifo” – “Non basta dire ‘che schifo, son tutti uguali’. Perché no, non son tutti uguali: c’è chi ruba e chi è serio. E siccome le persone serie si devono far riconoscere in particolar modo in questi momenti, annuncio con gran determinazione e grande decisione che l’Italia del nostro governo non fa sconti a nessuno e non guarda in faccia a nessuno”, conclude Renzi che annuncia gli interventi del governo per il contrasto alla corruzione emersa nell’inchiesta Mafia capitale.
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Mafia Capitale, da Renzi 100 milioni di euro di fondi pubblici per salvare Eur Spa
Addirittura una legge, o meglio, un “pezzo di legge” per salvare Eur Spa dalla bancarotta. Il tutto dopo una gestione che, negli anni, può dirsi quantomeno “sospetta”. E’ quanto denunciano dal blog di Beppe Grillo i senatori del Movimento 5 stelle che attaccano direttamente il premier Renzi che, “con il decreto 66 (quello dei famosi quanto inutili 80 euro) anticipò liquidità ad Eur S.p.A. per 100 milioni di euro, prelevandoli peraltro dal fondo per il pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese. Il travaso di fondi pubblici fu giustificato con la necessità di pagare imprese e fornitori di Eur S.p.a”.
M5S UNICA OPPOSIZIONE – Nel post del gruppo M5s del Senato si ricorda inoltre che “il M5s, in sede di discussione parlamentare, si oppose a questo finanziamento proponendo di pagare direttamente le piccole imprese creditrici e di sostituire i vertici della società Eur S.p.A. che avevano creato un enorme buco di bilancio”. “Non bastasse questo – sottolineano i senatori – nella legge di Stabilità in discussione in questi giorni al Senato spuntano altri 110 milioni per il Comune di Roma negli anni 2015, 2016 e 2017″.
EUR SPA – La società nata nel 2000 e attiva nella gestione e nello sviluppo immobiliare, al cui vertice c’era Riccardo Mancini, “il ciccione” come lo chiama in un’intercettazione Carminati, è in difficoltà, schiacciata dal peso dei fallimenti: la “nuvola” di Fuksas, il nuovo centro congressi voluto da Veltroni, ma anche altri progetti quantomeno discutibili come le ex Torri delle finanze, ridotte a un rudere dal flop firmato Renzo Piano, un hotel (la “lama”) costruito e ancora oggi vuoto e un Gran Premio di Formula Uno rimasto solo un’intenzione nella mente di Gianni Alemanno. Poi, l’inchiesta: “Alcuni dirigenti ed ex dirigenti di Eur Spa” si legge nel post “sono indagati nel vespaio di Mafia Capitale”.
RENZI IN SOCCORSO – “È interessante ricordare che Matteo Renzi, con il decreto 66 (quello dei famosi quanto inutili 80 euro) anticipò liquidità ad Eur S.p.A. per 100 milioni di euro, prelevandoli peraltro dal fondo per il pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese. Il travaso di fondi pubblici fu giustificato con la necessità di pagare imprese e fornitori di Eur S.p.A. (…) Il risultato è che grandi quantità di soldi pubblici sono stati messi a disposizione di personaggi come Carlo Pucci, dirigente di Eur, e Riccardo Mancini, ex presidente della società, entrambi arrestati per essere il primo “a libro paga” e il secondo “a disposizione” della “banda di Roma””.
LA LEGGE – Ed eccoci alla legge in questione. E’ il decreto 66 del 24 aprile 2014, convertito in legge il 23 giugno 2014. Nel testo si legge come “la società EUR Spa può presentare al Ministero dell’economia e delle finanze (del quale è società controllata, ndr) … un’istanza di accesso ad anticipazione di liquidità, nel limite massimo di 100 milioni di euro, finalizzata al pagamento di debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2013″. Basta questa data per capire come Renzi ha concesso a Eur una sorta di salvacondotto per i flop delle amministrazioni Veltroni prima e Alemanno poi. Il tutto, con il “certificato” di Riccardo Mancini, già sotto inchiesta per una presunta tangente da 700mila euro che la Breda-Menarini (gruppo Finmeccanica) ha versato per la fornitura di 45 filobus al Comune di Roma e oggi al centro dell’inchiesta “Mafia capitale”. E’ lui il “ciccione” di cui parla – troppo spesso – Carminati.
http://www.romatoday.it/cronaca/mafia-capitale-eur-spa.html