Crisi dell’economia cinese? No! è la solita bufala della stampa di Wall Street

23 nov – Conoscete la barzelletta del topolino che voleva “possedere” l’elefantessa? Beh, quello che segue ce lo ha ricordato da vicino.

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È infatti indubbio che la top news della scorsa settimana è che l’economia cinese è crollata! Bloomberg News, CNBC-TV, Reuters, e altri non potevano contenere le loro emozioni riguardo questo spettacolare sviluppo. Guardate da vicino le cifre che le autorità cinesi hanno dovuto ammettere, e sicuramente lo vedrete:

La produzione industriale in Cina è aumentata del 7,7% rispetto all’anno precedente a ottobre. La produzione industriale USA, a settembre, era salita del 3,3% in un anno, mentre in Europa è aumentata nello stesso mese dello 0,5% rispetto a 12 mesi prima.

Le vendite al dettaglio sono cresciute soltanto dell’11,5% annuo fino ad oggi in China – mentre tutti si aspettavano un 11,6%! – a confronto con un robusto 3,8% negli Stati Uniti e un 2,3% in Giappone.

Gli investimenti di capitale fisso in Cina sono aumentati da gennaio a ottobre di un deludente 15,9% – di nuovo, tutti noi aspettavamo un 16,0%. Nell’economia americana, i corrispondenti “capex”, o spese in conto capitale, sono aumentate del 3,4% su base annua a settembre. E l’Europa – povera Europa! Tutti sanno che le banche lì non vogliono prestare soldi alle imprese, quindi come possono fare investimenti di capitale? Non è giusto includerli nel confronto. Per la cronaca, però, l’aumento è dell’1,0%.

La produzione di energia elettrica della Cina è cresciuta del 2,0% su base annua ad ottobre. Negli Stati Uniti tale misura è diminuita di circa lo 0,5% in ognuno degli ultimi quattro anni.

Il PIL in Cina sta crescendo a un tasso annuo del 7,4% nel 2014, con alcune previsioni cupe che lo vorrebbero ad uno scioccante 7,0% nel 2015; il PIL statunitense, invece, punta a superare il 3% di crescita nel 2014 per la prima volta in quattro anni. E l’Europa sorprende tutti con un tasso di crescita annualizzato per l’eurozona dello 0,6% per lo scorso trimestre, che fa il paio con l’incoraggiante risultato del PIL giapponese il cui tasso di crescita su base annua si è portato ad un “notevole” -1,6% sempre su base annua.

Gli investimenti in infrastrutture economiche – questo è il vero segno di quanto sia brutta la crisi in Cina – stanno aumentando, volenti o nolenti, in un disperato tentativo di scongiurare il collasso. Gli investimenti in infrastrutture nazionali in Cina raggiungeranno più o meno l’equivalente di 1.100 miliardi di dollari quest’anno, e più di 1.200 miliardi di dollari, se includiamo i progetti infrastrutturali all’estero. Le cifre per l’Europa non sono facilmente disponibili, ma la Germania, per esempio, ha un investimento infrastrutturale complessivo netto sotto zero da un decennio.

Gli Stati Uniti stanno seguendo un corso “molto lento ma costante” di circa 225 miliardi di dollari l’anno per le infrastrutture, ma la Cina, in preda al panico, le sta davvero “stimolando”. Ecco come Bloomberg descrive la situazione: “Dal mese di ottobre, la National Development and Reform Commission è venuta approvando attivamente progetti infrastrutturali, in un chiaro tentativo di stabilizzare la crescita. La Commissione, massimo organo di pianificazione economica della Cina, ha accelerato l’approvazione di progetti infrastrutturali per 113 miliardi di dollari, la Radio Nazionale cinese ha segnalato la scorsa settimana. I 21 progetti, di cui 16 ferrovie e cinque aeroporti, sono stati approvati tra il 16 ottobre e il 5 novembre ” (!)

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One thought on “Crisi dell’economia cinese? No! è la solita bufala della stampa di Wall Street

  1. Sono gli stessi quotidiani e riviste che affermano cinicamente che Spagna e Grecia sono in “ripresa” !

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