22 nov 2014 – La maggioranza pro-occidentale nel nuovo Parlamento ucraino ha fissato come priorita’ l’adesione dell’ex repubblica sovietica alla Nato, secondo un accordo di coalizione reso pubblico ieri.
Il Parlamento si impegna a modificare entro la fine dell’anno la legislazione nazionale al fine di “annullare lo status di Paese non-allineato dell’Ucraina” e “rilanciare la politica in vista di una adesione alla Nato”, recita il testo pubblicato dal partito Samopomitch, uno dei cinque membri della nuova coalizione pro-occidentale.
Intanto Maidan, da piazza simbolo delle rivoluzioni, sembra essersi trasformata in piazza delle illusioni. L’anniversario getta infatti sul futuro di Kiev poche luci e molte ombre: se il Paese per dieci anni e’ rimasto fermo, imprigionato in un sistema oligarchico senza prospettive e sconquassato da crisi politiche ed economiche che ne hanno impedito lo sviluppo, negli ultimi dodici mesi ha perso pezzi, la Crimea e de facto il Donbass, ed e’ entrato in guerra con se stesso e con la Russia. L’economia e’ al collasso e solo gli aiuti della Comunita’ occidentale permettono la sopravvivenza.
Il Fondo monetario internazionale e’ in attesa che venga formato il nuovo governo prima di concedere la prossima tranche del prestito complessivo di 17 miliardi di dollari. L’accordo di Associazione con Bruxelles e’ stato si’ firmato, ma la parte economica e’ stato congelata sino all’inizio del 2016.
Al suo interno l’Ucraina rimane spaccata e la via delle riforme sbandierata dal presidente Petro Poroshenko e dal premier Arseni Yatseniuk non e’ stata ancora imboccata. A Kiev oggi e’ arrivato per le celebrazioni il vice presidente americano Jo Biden, ma non si e’ presentato nessun alto rappresentante dell’Unione Europea.