Escissione, incisione, abrasione, asportazione, infibulazione. Si chiamano MGF: mutilazioni genitali femminili e creano danni psicologici e fisici gravissimi e irreversibili. Anche in Italia vendono praticate.
Ma cosa sono precisamente le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF)?
Sono quell’insieme di pratiche tradizionali, antiche e radicate, che alterano in maniera permanente l’apparato genitale esterno femminile. C’è chi dice che lo vuole la religione. In realtà nessuna religione prescrive le MGF. Anche se in nessuna sura del corano è prevista la mutilazione genitale femminile, è comunque una pratica tipica della comunità islamica, perché a loro dire, pare che garantisca la purezza, la verginità e la fedeltà delle donne.
C’è chi dice che l’escissione sia l’equivalente della circoncisione maschile. In realtà la circoncisione maschile è innocua, non è invalidante, mentre con le MGF viene amputato un organo sano. Dall’escissione non si può tornare indietro.
In realtà il comportamento di una persona dipende da valori e sentimenti. C’è chi dice che le mutilazioni genitali contribuiscono alla fertilità della donna. In realtà spesso sono causa di serie infezioni, che comportano tra le altre conseguenze anche l’infertilità.
Le MGF possono avere gravi conseguenze sulla loro salute fisica e mentale. Frequentemente causano infezione pelvica, infezione dell’utero e della vagina, provocano difficoltà e dolore durante il rapporto sessuale, mestruazioni irregolari e dolorose. Inoltre, in travaglio, le donne infibulate, hanno molti problemi a causa dell’intervento subito e necessitano di particolare assistenza durante il parto. Un travaglio prolungato può portare ad una morte intra-uterina, mentre un travaglio ostruito può portare alla perdita del feto. Per poter partorire in modo naturale occorre essere deinfibulate. Le reinfibulazioni, soprattutto se ripetute, provocano ulteriori, irreversibili, danni.
È necessario informare le famiglie emigrate, perché non perpetuino queste pratiche alle loro figlie che vivono in Italia.