25 ott. – Piu’ convergenza e meno stereotipi tra le due sponde del Mediterraneo. Nonostante l’area Euromed stia attraversando uno dei periodi piu’ difficili e rischiosi negli ultimi venti anni, con la percezione che le primavere arabe, oltre che molte problematiche, abbiamo anche portato benefici nel processo di transizione verso la democrazia.
E’ quanto emerge nel Rapporto 2014, il secondo dopo un primo studio stilato nel 2009, della Fondazione Anna Lindh, l’organizzazione con sede ad Alessandria di Egitto per il dialogo interculturale, presentato alla Camera dei deputati nell’ambito dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo.
Un sondaggio a tutto campo sulla societa’, condotto con la collaborazione di Gallup attraverso 13.500 interviste con cittadini di 13 paesi, 8 europei, Albania, Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Polonia e Spagna, e 5 paesi della sponda orientale del Mediterraneo, Egitto, Giordania, Marocco, Tunisia e Turchia. I risultati mostrano una percezione dei due gruppi di paesi molto piu’ in sintonia rispetto a quella che emerge dai racconti dei media ma anche dalla stessa politica, dove spesso si ricorre a stereotipi.
“Le conclusioni del sondaggio – hanno spiegato nell’introduzione il presidente della Fondazione Andre Azoulay e il direttore Anreu Claret – confermano uno dei principali risultati del primo rapporto che gia’ allora stabiliva che l’area non e’ vittima di uno scontro di civilta’, piuttosto di un conflitto di ignoranze basato su stereotipi storici e su una sorta di ‘culturalizzazione’ condotta da media e da discorsi politici“.
Infatti solo la tunizia se l’è cavata benino. Gli altri tutti sotto dittature peggiori di quella precedente. In più c’è anche l’Isis.
Poi, a me risulta che l’islam piace sempre meno a noi occidentali. E anche agli orientali (cinesi, giapponesi, coreani) e agli africani non musulmani.