22 OTT – I ministri degli Esteri dei paesi UE hanno deciso di raccomandare al prossimo vertice europeo (23-24 ottobre) di non revocare le sanzioni varate contro la Russia.
Non è una notizia piacevole, ma quella che riguarda l’Ucraina è ancora peggio: l’UE non ha trovato i 2 miliardi di euro che servono a Kiev per ripagare alla Russia il suo debito per il gas già consumato. D’altra parte, che Bruxelles sia incline a giocare su tutti i campi senza però risolvere nessuno dei problemi reali, è un fatto ben noto.
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In Lussemburgo, dove i ministri hanno parlato delle sanzioni, si è sentita soprattutto la voce dei filoamericani, cioè della “lobby dell’Est” rappresentata da Polonia, Lettonia e Lituania. Proprio loro, a più riprese, hanno spiegato ai giornalisti che la politica della Russia non è sufficientemente collaborativa, pertanto le sanzioni non possono essere revocate.
A detta dell’ambasciatore della Russia presso l’UE, Vladir Chizhov, che ha commentato queste dichiarazioni, si crea l’impressione che qualcuno costringa l’Europa a dar ascolto alle “teste calde” e non le permetta di ascoltare le “teste fredde”. In questo momento l’Europa viene privata della possibilità di riflettere per elaborare una strategia che consenta di uscire da questa impasse. […]
Andrey Fediašin