Lotta all’Isil, Turchia: “Niente armi ai curdi. Sono terroristi”

 

La Turchia non vuole saperne di armare i curdi. Sono i peshmerga, assieme ai raid americani, ad aver inflitto pesanti perdite all’autoproclamato Stato islamico a Kobane, città a ridosso del confine tra Siria e Turchia da un mese ormai sotto assedio, ma per il presidente turco, Recepp Tayyip Erdogan, i combattenti dell’Ypg, braccio armato del partito siriano Pyd sono considerati alla stregua del Pkk, movimento fuorilegge iad Ankara e non vuole che vengano date loro delle armi.

“Sarebbe sbagliato – ha detto Erdogan – da parte degli Stati Uniti, con i quali siamo amici e alleati nella Nato, attendersi che noi diciamo ‘sì’ a un tale supporto a un’organizzazione terroristica. Non possiamo dire sì a questo”.

L’intesa con Obama sul rafforzamento della lotta all’Isil, viene meno sui metodi. Ma l’esercito americano ha fatto sapere di aver già paracadutato su Kobane armi, munizioni e materiale medico, invitati dalle autorità curde irachene.

I curdi sono stati, finora, il baluardo che ha frenato l’avanzata degli jihadisti verso una Turchia che rimane inerte.

Decine risultano uccisi nelle ultime ore, uccisi dalle armi dei peshmerga curdi e dai razzi sparati dai caccia nei raid aerei della coalizione. Secondo un bollettino dell’ong Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), solo nelle ultime 24 ore, 31
miliziani sono morti, di cui 15 nei bombardamenti aerei alleati.

L’organizzazione ha, inoltre, riferito che in 4 giorni almeno 70 corpi di jihadisti sono stati trasportati in un ospedale sotto controllo dell’Isil nella provincia siriana di Raqqa.

euronews 20 ottobre 2014

curdi