In circa 30mila hanno sfilato in corteo a Terni per lo sciopero generale unitario provinciale per l’Ast. Sta partecipando tutta la città, è una manifestazione stupenda”, è stato detto dal palco. Dalla piazza anche fischi verso il palco dove i leader sindacali chiuderanno con un comizio la manifestazione, con Angeletti per la Uil, Camusso per la Cgil e Farina per la Cisl. La città è di fatto bloccata.
Al passaggio dei manifestanti – il corteo è lungo oltre un chilometro, secondo le prime stime sono circa 10 mila i partecipanti – ci sono due ali di folla di ternani che applaudono e fotografano. In corteo anche famiglie con passeggini e cittadini con magliette con scritto “L’acciaieria non si tocca”. Cartelli e striscioni di solidarietà sono esposti anche dai balconi delle case e, in strada, da gruppi di studenti, associazioni di categoria, ordini professionali (tra questi, ad esempio, anche l’ordine degli avvocati), mondo della cooperazione e del sociale. Chiusi tutti i negozi, che hanno affisso cartelli con slogan come “Io sto con Terni”, “Chiudiamo oggi perché non chiuda la città domani”. In strada anche una finta bara rossa con scritto “La fine di Terni”.
“Il governo deve dire, con determinazione, alla Thyssen di rivedere il piano perché non possiamo permetterci di perdere né un chilogrammo di acciaio né un solo occupato: deve smetterla di fare l’arbitro”. Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, a margine della manifestazione in corso a Terni.
“Sono i governi che devono dire alle multinazionali cosa fare: non vorremmo che l’Italia fosse l’unico paese dove accade il contrario. Senza fabbriche siderurgiche, la crescita resta solo una parola. Se la Thyssen dovesse perseguire, anche lentamente, nell’obiettivo di chiudere la fabbrica, non ci sarebbe alternativa: bisognerebbe assolutamente nazionalizzarla”. “Qui, in questa città, si gioca anche il destino di una parte consistente del nostro futuro industriale e dei posti di lavoro in tutto il Paese”, avverte il leader della Uil dal palco della manifestazione di Terni per la Ast. “Siamo qui oggi per salvare un’azienda, dobbiamo sapere che in gioco c’è il futuro di una città”. La chiusura della Thyssen a Terni innescherebbe “altre ristrutturazioni, altri posti di lavoro persi. Non si può pensare di avere una crescita in futuro se si chiudono fabbriche fondamentali”
ansa 17 ottobre 2014