15 ott 2014 – Il mercato legato alla tratta degli esseri umani rappresenta ormai per le mafie e la criminalita’ organizzata un business che sta eguagliando quello della droga. A sottolinearlo, insistendo sulla necessita’ di ”normative comuni e armoniche e un maggior coordinamento tra le autorita’ europee” e’ stata stamane il sostituto procuratore presso la Direzione nazionale Antimafia, Anna Canepa che ha preso la parola a Roma nel corso della presentazione della ”Carovana internazionale antimafie” organizzata dall’Arci, da Avviso Pubblico, Libera ed altre realta’ dell’associazionismo, in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil.
La Canepa ha parlato anche di difficolta’, da parte dell’autorita’ giudiziaria, nel far emergere questo tipo di reati. ”Ad esempio, ha spiegato, la tratta delle badanti e’ tra i piu’ sommersi. Occorre – ha poi aggiunto – far emergere con sempre piu’ facilita’ i cosiddetti ‘reati sintono’ e poter colpire, quindi, le grandi organizzazioni che sono alle spalle di queste turpi realta”’. ”In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando – ha quindi aggiunto il magistrato – le organizzazioni criminali trovano facili guadagni sulla disperazione degli esseri umani. Questo e’ cio’ che sta accadendo con evidenza di fronte ad una tragedia epocale come quella delle migrazioni forzate, per motivi ormai non piu’ solo economici ma anche legati ai conflitti”.-
Intanto, secondo i dati forniti oggi nel corso della presentazione della Carovana internazionale, il profitto che la malavita trae dalla tratta puo’ valutarsi sui 25 miliardi di euro nei soli paesi dell’Ue, mentre sarebbero circa 880 mila i lavoratori forzati negli Stati membri dell’Ue e 270 mila le vittime dello sfruttamento sessuale, in maggioranza donne. Tutto cio’ di fronte a un tasso di sommerso occupazionale (il cosiddetto caporalato) che tocca in alcuni settori fino al 43% con almeno 100 mila lavoratori considerati in grave condizione di sfruttamento lavorativo. asca