15 ottobre – La Segreteria Nazionale del Co.I.S.P. ha inviato una lettera al Ministero dell’Interno in cui si legge: Le disfunzioni organizzative che caratterizzano molti trasferimenti di immigrati nei vari centri della penisola, hanno un unico comune denominatore: i poliziotti lasciati a loro stessi, senza poter mangiare, in rapporto numerico sempre pericoloso per la propria incolumità mentre le tutele sanitarie sono affidate al puro caso.
Esemplificativo quanto accaduto lo scorso 24 settembre a un contingente composto da dieci colleghi del V Reparto Mobile di Torino, unitamente a due colleghi dell’ufficio immigrazione della locale Questura, comandati in servizio di O.P. con orario 13/19, privi di armamento individuale ed in abiti civili, per “accompagnamento cittadini stranieri”, da prelevare presso l’aeroporto di Palermo.
I poliziotti, giunti a Palermo alle 16.10, hanno atteso due ore e mezza l’arrivo dei cittadini stranieri da accompagnare, scoprendo solo in quel momento che i 154 extracomunitari, (rassicurante rapporto numerico di 13 a 1) erano considerati sani da una sorta di certificato medico “cumulativo”. Il gruppo raggiungeva Cagliari alle 21.20, con i colleghi forzati a strettissimo contatto con gli stranieri, con tutti i rischi connessi sul versante della propria incolumità personale e sanitaria.
A Cagliari un funzionario, evidentemente incurante delle ore di servizio svolte ed ancora da svolgere dai colleghi torinesi, pretendeva però che gli stessi effettuassero un filtro a bordo dell’aereo che suddividesse gli extracomunitari per destinazione all’interno dell’isola, facendo perdere ulteriore tempo anche con procedure di fotoripresa degli stranieri che sbarcavano, non a terra ma sulla scaletta dell’aereo. Solo alle 22,00 l’aereo riusciva a decollare alla volta di Torino e, durante il viaggio, garantire finalmente ai malcapitati colleghi un misero “panino” ristoratore. All’aeroporto di Caselle, gli 84 stranieri venivano sbarcati senza ulteriori perdite di tempo.
La modalità di quanto descritto evidenziano quanto il lavoro dei poliziotti non sia tenuto in minima considerazione una volta comunicato l’inizio del turno. Perché? Chi deve agire affinché in fase di pianificazione si adotti ogni precauzione affinché il servizio dei poliziotti non si trasformi puntualmente in un incubo? Chi ha disposto un impiego in un rapporto numerico di 13 stranieri per 1 solo poliziotto? Tanto valeva non mettercene nessuno. Si sarebbero risparmiati rischi per la salute dei colleghi e delle loro famiglie. I rischi sanitari che, vista l’”organizzazione” e la cura con cui si invia allo sbaraglio il personale, non sono stati di certo fugati da un certificato medico scarabocchiato che dovrebbe attestare la non pericolosità sanitaria cumulativa di 154 persone. Chi usa tanta leggerezza nel disporre questi servizi di accompagnamento senza tenere in minimo conto le umane necessità igieniche, di ristoro e di riposo psicofisico del personale? A queste domande il Coisp pretende una risposta sensata e risolutiva.