IMOLANISTAN, dopo l’Asl, anche il Comune adotta segnaletica in arabo. Solo progetti che vedono gli immigrati come esclusivi beneficiari, con un costo a carico dei contribuenti di difficile quantificazione. La maggioranza degli immigrati cosiddetti di lingua araba non conosce l’arabo.
Già nel 2008 l’Asl di Imola adottò le scritte in arabo nelle sue strutture. Ci furono molte polemiche. L’allora Consigliere di opposizione Riccardo Mondini presentò una interrogazione che fu animatamente discussa in Consiglio comunale. L’allora Assessore Visani e l’Ausl di Imola replicarono come da copione che la polemica era strumentale e del tutto fuorviante in quando l’AUSL di Imola aveva avviato circa due anni prima un progetto di rifacimento della segnaletica interna di tutte le strutture dell’Azienda e che l’uso di altre lingue era limitato alla macro-segnaletica, alla segnaletica per i servizi ad accesso diretto, di urgenza e ai servizi per donne e bambini, ossia a quei servizi che si è verificato essere maggiormente frequentati dagli utenti stranieri.
Visani in lingua bigotta ebbe anche il coraggio di dire: “spero che i nostri cittadini si rendano conto di quanta strumentalità vi sia in una polemica che ritengo uno schiaffo alla tradizione di civiltà e solidarietà del nostro territorio”. Tradizione di civiltà e solidarietà del nostro territorio?
E’ l’arabo? Non fece di meglio l’Asl. Ebbe a precisare che oltre all’inglese, fu utilizzata la lingua araba sulla base, NON DI UN CENSIMENTO NUMERICO degli stranieri, ma di un censimento “RAGIONATO” (o contorto?): fu valutata cioè la comprensibilità della lingua italiana o inglese da parte di alcuni gruppi di stranieri (ad es. gli Albanesi per l’italiano e o i Polacchi-Ucraini per l’inglese).
Ma come sempre succede la verità venne fuori: In realtà la scelta della lingua araba fu la conseguenza di una ingerenza, di un condizionamento filo islamista dell’Associazione Trama di Terre, una specie di onlus che vive grazie a quella che chiamano “mediazione culturale”, ma che in realtà è una delle tante strutture politiche della sinistra filo islamista che attinge ‘lavoro e risorse’ all’interno dei servizi distrettuali e ospedalieri dell’AUSL di Imola e che, fatto non secondario, impiega gente che diversamente non potrebbe essere che disoccupata a vita. La stronzata di allora costò ai contribuenti di €262.609,45 + IVA 20%. Chissà quanto ci costerà questa?
@Armando Manocchia 11 ottobre 2014
tutta colpa dei comunisti che difendono questa gente sputando su noi italianii del sud “terroni”
Allora sai che vi dico tenetevi questa gente che ha la priorità su tutto con i soldi nostri, i contribuenti.