L’Ebola potrebbe avere una valenza terroristica

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8 ottobre – L’Ebola sta falciando vittime in Africa ed è ormai approdata anche in Occidente. Per ora due casi negli USA e 100 persone sotto osservazione. Quattro casi in Spagna e 40 sotto osservazione e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede altri possibili ammalati in Europa.

Il contagio, sia negli USA e sia in Spagna, è avvenuto per il tramite di persone infestate in Africa e che a loro volta, prima che venisse diagnosticata la malattia, sono entrate in contatto con altri trasmettendo il virus.

L’incubazione può variare da due a 22 giorni come riferisce l’OMS e non è detto che la malattia si manifesti subito con i sintomi classici riconducibili immediatamente all’Ebola. Ne consegue, quindi, che l’ammalato può infettare inconsapevolmente altri uomini nel momento che la patologia inizia a conclamarsi anche se in forma lieve, diventando “vettore involontario” della malanno ed innescando una vera e propria “reazione a catena” difficilmente gestibile.

Approfittando della situazione contingente, organizzazioni terroristiche come l’ISIS potrebbero pensare di sfruttarne la potenzialità mortale diffondendo il virus per scopi terroristici, utilizzando kamikaze portatori della malattia. Attentatori suicidi che potrebbero aver scelto di sostituire la cintura esplosiva con l’Ebola.

Persone con l’agente patogeno incubato pronte, al momento della manifestazione dei primi sintomi, a diffonderlo confondendosi con la folla, contaminando servizi igienici pubblici, frequentando locali chiusi ad elevata frequentazione come sale cinematografiche, teatri, Centri commerciali e mezzi di trasporto pubblico. Mine vaganti che potrebbero anche morire senza essere mai scoperte, dopo aver contaminato centinaia di persone che diventerebbero a loro volta vettori inconsapevoli del virus.

Uno scenario forse impensabile in altri tempi ma sicuramente ipotizzabile in un momento di elevata tensione internazionale, dove l’atto terroristico estremo sta diventando l’elemento imperante sulla scena mondiale.

Le esecuzioni di massa a cui stiamo assistendo, le decapitazioni, le fucilazioni di donne e bambini solo perchè non mussulmani dovrebbero indurre a non escludere nessuna minaccia e l’Ebola potrebbe far parte di un fosco scenario internazionale dominato dal terrorismo. L’ISIS, infatti, potrebbe decidere di passare ad uno scontro non convenzionale anche utilizzando materiali NBC di cui gli elementi “N” e “C” sono recuperabili con una certa facilità nei vari teatri di battaglia e l’Ebola potrebbe rappresentare la valenza “B”.

Attentati biologici attuati con kamikaze “infettati con il virus in incubazione” da inserire, magari, fra le migliaia di profughi che ogni giorno traghettano il Mediterraneo. Disperati che come noto appena approdati in Italia riescono anche a sfuggire ai controlli per disperdersi in tutta Europa.

Un’analisi, questa, che in prima approssimazione potrebbe apparire esasperatamente allarmistica, ma che, forse, contiene elementi di realtà non troppo remoti. E’ difficile esserne certi che una minaccia del genere possa concretizzarsi ma nel dubbio che possa avvenire credo sia doveroso ed etico non sottovalutare il pericolo.

Invece sembra che sia esclusa una eventualità del genere. Il Ministro degli Interni riferisce in Parlamento che l’Italia è a rischio attentati, l’Intelligence allarma che fra i profughi possano nascondersi cellule eversive, ma nessuno pensa ad una possibile minaccia “B” derivata dall’esportazione di Ebola o di qualsiasi altro agente patogeno. La Ministro della Salute, invece, esclude qualsiasi rischio di contagio in Italia con affermazioni del tipo “il rischio di importazione dell’infezione in Italia è assolutamente remoto”, precisando che eventuali “rischi connessi ai flussi migratori irregolari” sono pressoché nulli considerata la durata dei percorsi che porta i migranti dai propri Paesi di origine all’Italia.

Dichiarazioni suggerite da una visione settoriale del problema e che lasciano perplessi nel momento che escludono qualsiasi incognita derivata da un atto di terrorismo non convenzionale. Forse perchè i responsabili istituzionali sono ancora radicati a vecchie convinzioni, come: nucleare e solo la bomba atomica, chimico solo il proiettile caricato con Iprite e biologico solo l’antrace sparso in USA subito dopo l’11 settembre con plichi postali.

La sottostima del rischio complessivo, invece, si ritiene che non sia nemmeno giustificata dall’intenzione di non creare allarmismi inutili. Approccio che la situazione contingente di instabilità internazionale dovrebbe sconsigliare a favore di ben altro “modus operandi”. Per esempio, mutuare da altri Paesi la gestione di un pericolo così particolare come quello NBC. In primis Israele che informa la popolazione, prevede la distribuzione a livello famigliare di maschere anti NBC, prevede in ogni ospedale zone completamente isolate dall’esterno e ciclicamente coinvolge i cittadini in esercitazioni di difesa contro la specifica minaccia.

L’eventualità di un kamikaze “imbottito di virus” non può, infatti, passare inosservata, ma deve rappresentare uno dei pericoli da tenere sotto osservazione per essere pronti a contrastarlo.

Primo fra tutti adeguare il controllo e la gestione dell’accoglienza delle migliaia di migranti che sbarcano quotidianamente sulle coste italiane, tenendo ben presente il periodo di incubazione del virus. Organizzare, quindi, dei centri di raccolta specifici dove tenere in quarantena per 3 settimane i soggetti che potrebbero essere fonte di contagio.

Un impegno non semplice da sostenere ma essenziale sia per la salvaguardia della salute dei cittadini italiani sia per scongiurare un pericolo che ormai potrebbe appartenere ad uno scenario abbastanza realistico.

Tutto ciò ancora non avviene e nonostante le assicurazioni sul controllo di eventuali contagi oggi il Resto del Carlino informa che a Modena non sono stati monitorati nemmeno due volontari italiani rientrati dal Congo e che per loro ammissione hanno operato in un’area dove : “vicino a noi sono morte 167 persone colpite da Ebola”.

Generale Fernando Termentini, 8 ott. 2014