5 ott. – Le forze di sicurezza pakistane hanno stretto la cintura di sicurezza nel Paese all’indomani dell’annuncio dei talebani pakistani di unirsi alle forze dell’Isis. Un altro gruppo militante intanto, nato da una costola dei talebani pakistani e guidato da Omar Khorasani, ha offerto il suo aiuto ai miliziani in Siria e Iraq con un video di 10 minuti diffuso oggi.
Il governo di Islamabad ha iniziato quindi a rafforzar ela sicurezza nella provincia al confine con l’Afghanistan Khyber Pakhtunkhwa inviando 2000 truppe.
Nel Paese nevralgico per tutti gli equilibri del ventre molle dell’Asia, scrive Gigi Riva sull‘espresso, già culla dei talebani afgani, il Califfato è la nuova stella polare, il polo magnetico d’attrazione che sostituisce (ma solo in parte) Kabul. Secondo lo stimato analista Muhammad Amir Rana, membri della Lashkar-i-Jhangvi combattono per il Califfato fin dalla sua costituzione e costituiscono lo zoccolo duro e meglio addestrato dell’esercito di al-Baghdadi. Avrebbero anche aiutato a costruire il campo di addestramento per miliziani “Ghazi Abdul Rasheed” nella provincia di Erbil, in Iraq.
Un altro gruppo pakistano, Tehreek-e-Khilafat, ha pubblicamente dichiarato di essersi alleato con l’Is. E infine da una scissione di Tehrik-i-Taliban (movimento talebano in Pakistan) è sorta la nuova sigla, Jamatul Ahrar, quella guidata appunto da Omar Khalid Khorasani che segue la stessa agenda del Califfo e ha definito l’Is “fratelli mujaheddin”.
Lo scorso 3 settembre a Peshawar e nei campi di rifugiati afgani sono stati distribuiti opuscoli, in lingua dari e pashtun, con la bandiera dell’Is: invocano l’unità di tutti i musulmani e la creazione di un Califfato dal Pakistan alla Siria.