Ebola: il governo USA acquista 160mila tute di protezione

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2 ottobre – Abbiamo già parlato dell’Allerta negli Usa dopo il primo caso di ebola diagnosticato nel Paese, il primo anche al di fuori dall’Africa. Il paziente, un uomo ricoverato in assoluto isolamento in un ospedale di Dallas, in Texas, ha probabilmente contratto il virus in Liberia. Da quando e’ arrivato negli Usa ha circolato alcuni giorni prima di essere messo in isolamento e quindi potrebbe aver contagiato altri.

Adesso le autorita’ sanitarie americane (in particolare i virologi dei Centri per il Controllo e la Prevenzione della Malattia, Cdc, di Atlanta, in Georgia) devono fare in modo che il virus non si estenda nel resto del Paese.

“Non ho’ dubbi che terremo sotto controllo questo caso di ebola in modo che non si diffonda nel resto del Paese”, ha assicurato in conferenza stampa il direttore del Cdc, Tom Freiden, piombato a Dallas. Freiden ha confermato che un team di super-esperti e’ gia’ a ‘caccia’ di eventuali potenziali vittime.

Le azioni però sembrano smentire le parole e confermare i dubbi che contenere l’ebola non sarà né certo né facile.

Ora le due domande sulla bocca di tutti sono 1) chi sarà il prossimo ad ammalarsi e 2) quanto grave è la situazione?

Scrive antiplomatico che se è difficile rispondere alla prima domanda, come riconosce ZeroHedge, quando si tratta della seconda, un comunicato stampa di tre settimane fa della Lakeland Industries, un produttore e venditore di una “linea completa di abbigliamento e accessori per il mercato degli indumenti di protezione” può fornire una certa comprensione di come il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti pensa che le cose potrebbero andare. Perché quando il governo degli Stati Uniti acquista 160.000 tute appositamente disegnate contro l’Ebola, proprio nel corso della peggiore epidemia di Ebola della storia, ci si chiede: sanno cose che noi non sappiamo?

Oppure siamo di fronte al solito allarme esagerato per promuovere il solito business, viste anche le recenti dichiarazioni del FMI?

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