De Magistris condannato “Non mi dimetto”. E accusa Mancino “Stato corrotto”

RIFIUTI: DE MAGISTRIS, DECRETO DELUDENTE E PILATESCO

 

26 settembre –  “La legge Severino è una legge che va applicata, è stata già applicata anche ad altri sindaci. Penso sia inevitabile che sia applicata”. Questo il commento del presidente del Senato, Pietro Grasso sul caso del sindaco di Napoli De Magistris, condannato giovedì a 1 anno e 3 mesi di reclusione per abuso d’ufficio in relazione a un uso non consentito di intercettazioni telefoniche per l’inchiesta Why not. “Poi naturalmente ci sarà il seguito dell’appello, dell’impugnazione che potrà eventualmente dare un contorno definitivo alla vicenda”. Ma la legge Severino non aspetta il secondo grado di giudizio ed è subito esecutiva. E se il primo cittadino napoletano non dovesse dimettersi “ci sarebbe comunque un provvedimento da parte del prefetto non appena si renderà esecutiva oppure si depositerà la motivazione”, ha precisato Grasso.

De Magistris: si dimettano i giudici di Why Not – Ma De Magistris non si arrende e resta seduto sulla poltrona da sindaco: “Vorrebbero applicare per me la sospensione breve, in base alla legge Severino, un ex ministro della Giustizia che guarda caso è difensore della mia controparte nel processo a Roma. E la norma è stata approvata mentre il processo era in corso”. Parlando in Consiglio comunale a Napoli Luigi De Magistris si difende: “Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici (della sentenza, ndr). Sono fiducioso che questa esperienza di governo possa andare avanti fino al 2016”.

C’è uno Stato profondamente corrotto – “Siamo di fronte a uno Stato profondamente corrotto”, insiste De Magistris, ribadendo di essere “uomo delle istituzioni” e di non volersi “far trascinare” a perdere tale fiducia. “Le istituzioni sapranno riparare a queste violazioni di legge”. “Quando si alza il tiro e non ci si piega, l’artiglieria pesante diventa più pericolosa. Noi non abbiamo armi ma sappiamo resistere e resisteremo”.

Mancino contribuì a strapparmi toga – “Chi ha contribuito a strapparmi la toga in un processo disciplinare pazzo davanti al Consiglio superiore della magistratura era Nicola Mancino”, accusa poi De Magistris sottolineando che “quel Nicola Mancino oggi è coinvolto in uno dei processi più gravi della storia della Repubblica italiana quale è la trattativa Stato-mafia, in cui anche il presidente della Repubblica dovrà, per volontà di un tribunale, andare a testimoniare”.