27 ago. – Esecuzioni pubbliche, amputazioni, fustigazioni e finte crocifissioni hanno luogo ogni venerdi’ nelle zone della Siria controllate dallo Stato islamico (Is).
E’ la denuncia della Commissione d’inchiesta indipendente Onu sui diritti umani che, in un rapporto, parla di uno “spettacolo comune” a Raqqa, citta’ roccaforte degli jihadisti, e nelle zone controllate dall’Is nel governatorato di Aleppo.
“Nelle zone siriane sotto il controllo dello Stato islamico, in particolare nel nord e nel nordest del Paese, “i venerdi’ sono contrassegnati regolarmente da esecuzioni, amputazioni e fustigazioni sulla pubblica piazza”, si sottolinea nel rapporto della Commissione, della quale fa parte anche Carla del Ponte, il magistrato svizzero ex procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia.
Gli jihadisti costringono i civili, tra cui i bambini, a partecipare alle esecuzioni e “i cadaveri rimangono esposti per diversi giorni per terrorizzare la popolazione locale”.
Nelle 45 pagine del rapporto sulla situazione nel Paese, sono descritte le decapitazioni di ragazzini di appena 15 anni, la fustigazione di uomini colpevoli di aver fumato o accompagnato una familiare vestita in modo “inappropriato”, o donne frustate per non aver coperto il volto.
Lo Stato islamico nel suo ‘califfato’ tra Iraq e Siria, secondo il rapporto Onu, sta inoltre reclutando e addestrando bambini di 10 anni da utilizzare per combattere o da trasformare in kamikaze.
Gli jihadisti dello Stato Islamico (Is) hanno diffuso le foto di soldati siriani catturati, di esecuzioni sommarie e di armi strappate all’esercito siriano nell’aeroporto militare di Tabaqa, conquistato domenica. Le immagini, pubblicate da forum jihadisti, mostrano combattenti dell’Is che giustiziano diversi soldati del regime. Si vedono anche circa 20 prigionieri ammanettati e dall’espressione terrorizzata: alcuni sono feriti. Altri militanti sventolano le bandiere dell’Is posando sui mezzi militari strappati all’esercito siriano: aerei, carri armati, missili e razzi.
“Armi – si legge in una didascalia – che venivano usate per bombardare le famiglie dei musulmani”.agi