26 agosto – Circa 700 civili appartenenti alla minoranza turcomanna sciita, tra cui “bambini, donne e vecchi”, sono stati massacrati dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) nel villaggio di Beshir, nel nord dell’Iraq. Lo ha detto all’ANSA il rappresentante dell’Unicef in Iraq, Marzio Babille, precisando che la strage è avvenuta tra l’11 e il 12 luglio. La denuncia, che si basa sulle testimonianze raccolte dai profughi fuggiti da Beshir, arriva mentre si teme per la sorte di altre migliaia di turcomanni che i jihadisti assediano dallo scorso giugno nella città di Amerli.
E’ necessario un “D-Day umanitario” per i 700.000 profughi in fuga dalle violenze dell’Isis nel nord dell’Iraq, ha detto il rappresentante dell’Unicef nel Paese, Marzio Babille, chiedendo tra l’altro alla comunità internazionale di istituire una zona protetta come quelle realizzate in Bosnia, con truppe sul terreno. Come gli yazidi e i cristiani, i turcomanni sciiti sono tra le minoranze prese di mira dalle persecuzioni dell’Isis, che segue una dottrina fondamentalista sunnita. tiscali